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domenica | 23-02-2025

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Non è dando più soldi che si rimedia alla crisi della politica

Pessimo esempio, perché può nascere il dubbio che il fine dell’attività politica non sia, come in molti cianciano, il “bene comune” ma il “bene individuale”, inteso come scalata nella gerarchia sociale.
Quando ci si presenta per un mandato e si chiede la fiducia ai cittadini, dovrebbe essere scontato onorarlo: le schede elettorali non sono carta straccia e agli elettori è dovuto rispetto, anche se ti hanno assegnato il ruolo di “minoranza”.
Purtroppo in Italia manca una cultura che vincoli chi si candida a tenere fede agli impegni presi. Lo so bene che il ruolo dell’opposizione è scomodo, tuttavia è essenziale.
Tanto più è necessario nelle amministrazioni locali dove la legge di certo non agevola la funzione delle minoranze, strette da un lato dallo strapotere dei sindaci e delle giunte, che fanno quello che gli pare e dall’altro da una struttura burocratica, che non agevola il compito di chi siede nei banchi dell’opposizione.
Detto in altre parole per stare all’opposizione ci vuole carattere e voglia di studiare, perché nei comuni chi è in minoranza non lo aiuta nessuno.
Sarà un caso ma oggi perfino trovare candidati è diventata un’impresa. Dispiace ammetterlo ma le “teste migliori” non hanno voglia di buttarsi in politica. E non si rimedia a questa crisi distribuendo più denaro. E’ passata sotto traccia la notizia che il governo, nell’ultima legge di Bilancio, ha previsto l’aumento dello stipendio dei sindaci e degli assessori. Come a dire offrendo un ingaggio più alto arriveranno i campioni. Calcolo sbagliato, con l’aumento del mangime arriveranno solo più corvi e più gazze.
Questo non vuol dire che il tema delle indennità dei sindaci sia fasullo. Il tema è reale, perché il carico di responsabilità dei primi cittadini non è nemmeno paragonabile a quello di altre figure istituzionali che percepiscono stipendi molto alti senza troppe preoccupazioni. Tuttavia il problema non sono i soldi o meglio non sono solo i soldi. Il problema è un sistema di selezione della classe dirigente bloccato, che allontana i migliori e manda avanti quelli che non rompono le scatole, quelli proni di fronte al potente di turno ma pronti, se gli conviene, a dare una coltellata alle spalle. So bene che politica non è un gioco da gentiluomini ma non può essere nemmeno una partita di Risiko.

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