Non è oscena la Marcia per la pace, è oscena la guerra
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A differenza loro, la gente comune continua a preferire la Pace, la tranquillità, il caldo buono del focolare, perché la gente comune non si intenderà (forse) di geopolitica ma di sicuro, a fine giornata, fa i conti con la bolletta del gas e con l’inflazione che galoppa.
È la stessa gente comune che in Ucraina e in Russia assiste impotente allo scempio dei propri figli ammazzati, bruciati e sventrati. Qual è la differenza tra una madre ucraina o una russa che si vede tornare a casa il figlio ventenne dentro una bara?
È vero, esiste un aggredito e un aggressore, ma basta per rifiutare perfino la possibilità di fermare il conflitto. Chiedere Pace non significa arrendersi. Eppure oggi è in atto una campagna di denigrazione verso tutti coloro che pronunciano questa semplice parola: Pace.
Sarà per questo che provo compassione verso chi ha avuto la sfacciataggine definire il manifesto della marcia per la Pace Perugia-Assisi “OSCENO”.
Cosa c’è di osceno nel chiede di abbassare le armi? Cosa c’è di osceno nel segnalare, anche graficamente, che in una guerra sono i deboli a rimetterci, perché le pallottole sono quanto di più indifferente esista al mondo. Uccidono chi ha torto e chi ha ragione, ammazzano il vecchio e il bambino, massacrano uomini e animali.
Sapete cosa c’è di veramente osceno in questa guerra dove la propaganda dell’una e dell’altra parte gioca un ruolo così importante? C’è il compiacimento di chi, dagli studi televisivi, osserva la morte e la distruzione attraverso le telecamere di un drone.
Nessuno di questi guerrafondai da strapazzo riflette sulle vittime. Sono vittime gli ucraini ma sono vittime anche i coscritti russi mandati al massacro da Putin. Tutti loro hanno diritto alla vita.