Non mi sento colpevole, caro Infantino
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I mondiali in Qatar sono stati criticati perché in quel paese non vengono rispettati molti diritti sociali e civili, secondo il Guardian dal 2010 sono morti 6.500 lavoratori migranti impegnati nella costruzione degli stadi. Sono critiche legittime alle quali il presidente della FIFA non ha trovato niente di meglio che dire “Per quello che noi europei abbiamo fatto negli ultimi 3.000 anni dovremmo scusarci per i prossimi 3.000 anni, prima di dare lezioni morali agli altri. Queste lezioni morali sono solo ipocrisia”.
Una frase gravissima per le implicazioni che comporta. Se si parte dal principio che l’Occidente è colpevole di fronte alla storia e quindi come occidentali dobbiamo tenere sempre e in ogni caso il becco chiuso allora ogni aberrazione che avviene nel mondo va taciuta.
Dobbiamo stare zitti di fronte alla violazione dei diritti umani, dobbiamo stare zitti di fronte alle guerre, dobbiamo stare zitti davanti alla distruzione del patrimonio naturale, dobbiamo stare zitti sul mancato rispetto dei diritti delle donne e delle minoranze. Secondo Infantino dobbiamo stare zitti perché in passato siamo stati colonialisti, perché abbiamo praticato i genocidi, perché abbiamo prodotto due guerre mondiali, perché siamo stati imperialisti e schiavisti (qualcuno dovrebbe ricordare a Infantino che la schiavitù nei paesi arabi del golfo è stata abolita nel 1962).
Tutte cose vere e terribili ma questo Occidente tanto bistrattato ha prodotto negli ultimi 3000 anni, la civiltà greca, quella romana, le cattedrali gotiche, l’umanesimo, l’illuminismo, le scoperte scientifiche. Si è inventato la democrazia e il diritto. Ma secondo la filosofia da quattro soldi del Presidente delle FIFA visto che i nostri antenati si sono comportati male noi avremmo perso il diritto di critica.
Un sillogismo inaccettabile. Personalmente ne ho le tasche piene di sentirmi colpevole perché mio nonno (si fa per dire) ha partecipato alla guerra d’Etiopia. Così come mi sono rotto le scatole di non poter dire che siccome dobbiamo un risarcimento a tutti i paesi sfruttati dall’Occidente allora non abbiamo il diritto/dovere di far rispettare le nostre leggi, i nostri costumi e le nostre tradizioni.
Infantino poteva trovare un argomento migliore per difendere il suo business qatariota, un business perfetto per un mondo che ha scelto come misura di tutte le cose il profitto. Non confonda storia ed etica, le due cose stanno su di un piano diverso.
L’unica cosa da dire cosa è che tutti questi problemi andavano sollevati al momento della assegnazione dei mondiali, non oggi quando ormai niente può fermare la macchina dello show calcistico.