Sentiero della bonifica, un degrado che fa paura – Foto

Purtroppo dalle nostre parti le cose non sembrano andare in tutt’altra direzione. Il sentiero ciclopedonale della bonifica, lungo il canale maestro della Chiana, definito nei dépliant «percorso attrezzato e protetto per chi viaggia lentamente, in bici o a piedi», non è certo da Oscar.
Al contrario sembra appartenere alla dimensione dell’incuria, dell’abbandono e del menefreghismo. Perlomeno nel tratto che parte dal ponte di Cesa ma mi dicono che anche altrove la situazione non è migliore.
Una trascuratezza inaccettabile per un tracciato che, collegato alla Ciclovia dell’Arno, rappresenta l’asse portante del sistema delle vie ciclabili della Toscana e dovrebbe essere un’attrattiva per il turismo lento della vallata.
Erbe alte nel mezzo della carreggiata che pregiudicano la pedalata, il parcheggio per due terzi sommerso dalla vegetazione, i fianchi del sentiero incolti e abbandonati, la cartellonistica fatiscente, la fontanella dell’acqua prosciugata. Un abbandono che grida vendetta al cospetto dei soldi pubblici che sono stati spesi per realizzare l’opera.
Un degrado che fa a pugni con le parole che gli amministratori spendono sulle potenzialità del nuovo turismo lento, sul cicloturismo, sui sentieri trekking.
Parole, parole, parole… che si scontrano con la realtà.
Già qualche tempo fa ci fu un confronto per capire a chi spettasse la manutenzione: Regione, Provincia, Comuni. Venne fuori che la Regione avrebbe garantito il 60% del costo mentre il restante 40% andava diviso tra gli altri enti. Da allora che è successo?
Da quello che si vede poco o niente. È ora che le istituzioni interessate prendano sul serio il problema e agiscano per ripristinare e mantenere in buone condizioni il sentiero ciclopedonale della bonifica. Non possiamo permettere che un’opera così importante venga trascurata, sprecando le opportunità di sviluppo turistico e danneggiando l’immagine della val di Chiana.

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