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lunedì | 17-02-2025

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Statisti vs politici. Autunno caldo

Prendiamo il tema TASSE.
L’Italia è una delle nazioni dove si pagano più tasse, è quello dove la spesa dello Stato non è produttiva ed è quello dove si evade di più.
Non è un paradosso, perché accanto ad una evasione endemica di alcune categorie, esiste una quota di evasione di sopravvivenza, senza la quale imprese e attività rischierebbero la chiusura ed è un paese dove la burocrazia si autoalimenta. Chiunque abbia in casa una partita IVA sa di cosa parlo.
Quali sono le “promesse” di questa campagna elettorale?
Una è la flat tax. una forma di tassazione sui redditi che prevede un’aliquota unica. Liberiamoci subito da un luogo comune, flat tax non significa “pagare alla romana” e non è nemmeno corretto dire che viola l’articolo 53 della costituzione.
I problemi sono altri. La flat tax avrebbe un effetto dirompente sulla spesa pubblica, perché darebbe un gettito nettamente inferiore a quello attuale dell’Irpef, pur in presenza un recupero totale dell’evasione. È stato calcolato che se applicata produrrebbe un gettito di 94 miliardi all’anno con un calo di 58 miliardi rispetto a quello Irpef attuale. E poi scuole e ospedali come li paghiamo? In a più a beneficiare del risparmio di imposta sarebbero soprattutto i redditi più alti, creando ulteriori disuguaglianze.
La Flat tax è, per dirla alla De Gasperi, una proposta da politici.
Per guardare al futuro occorrerebbe dare risposta alla competitività delle imprese ed al potere d’acquisto delle famiglie. In questo senso il taglio del cuneo fiscale appare la scelta più opportuna. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha proposto un taglio da 16 miliardi, per due terzi a favore dei lavoratori (10,7 miliardi) e un terzo delle imprese (5,3 miliardi). Ma anche qui nasce il tema di come finanziarlo, da qualunque parte la coperta è corta.
Bisogna decidere da che parte stare. A me per esempio non scandalizza che un partito che si definisce di centro sinistra suggerisca un aumento della tassa di successione. Contro questa idea si è subito levata una selva di scudi. Guardiamo i numeri e non le chiacchere. Letta, segretario del PD, ha proposto di maggiorare la tassa su eredità e donazioni, che oggi in Italia va dal 4%. All’8%. La proposta riguardava i patrimoni sopra i 5 milioni di euro. È una proposta comunista? In Francia la stessa tassa può arrivare al 45%, negli USA e in Inghilterra al 40%, in Spagna al 34% e in Germania al 30%, non mi pare che questi siano paesi governati dai Khmer rossi. Semmai ci sarebbe da discutere sulle finalità della proposta: una dote per i diciottenni non mi convince.
A me piacerebbe che di fronte a questi argomenti si discutesse in maniera meno ideologica tanto più che se le cose vanno avanti così ci sarà poco da tassare. Qualcuno da sotto l’ombrellone si è reso conto che l’indice di riferimento per il mercato europeo dei costi energetici ha toccato il nuovo record a 240 euro al megawattora? È quattro volte il prezzo del primo gennaio, nonché il 155% in più rispetto a inizio giugno. La corsa dei prezzi si ribalterà sulle bollette di imprese e cittadini, compresa l’elettricità e le tariffe per l’energia potrebbero raddoppiare.
Ma nessuno sembra avere la ricetta giusta perché fino a oggi si è pensato più alla propaganda che al domani di questo paese.

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