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domenica | 23-02-2025

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Tutti “dantisti”

Dante, a sette secoli dalla sua morte, diverrà per qualche tempo una icona e subito dopo ritornerà nello sgabuzzino delle italiche memorie, quelle di cui ci si ricorda a malapena nelle ricorrenze.
Va bene, è nella natura delle cose, perché siamo tutta gente di poca memoria e, come dice Teofilatto, “fiacchi alla spada ma ratti al pugnale”, con scarso coraggio e grande attitudine a colpire alle spalle.
Non ci credete? Guardatevi intorno: dalla morte del Sommo Poeta è passato un bel po’ di tempo, eppure ben poco è cambiato. Nessuna meraviglia che dopo 700 anni ancor oggi si possa dire insieme al grande fiorentino “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”.

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