Vedo, prevedo e travedo (per la Schlein)

So di soffrire di preconcetti ma quel che vedo, dopo l’incoronazione di Ely Schlein, è la fiammata di un culto laico, amplificato dai social, che mi lascia perplesso.

Ho tanti amici in Facebook e in Instagram e seguo le pagine legate alla politica. Ebbene stamattina tutti, in un modo o nell’altro, mostravano la figura di Elly Schlein in mille pose: ritratti, selfie, immagini catturate ad un comizio, foto di gruppo, singole, abbracci, baci, sorrisi e pianti. C’era perfino qualche fotomontaggio che mostrava Elly dentro il quadro di Pelizza da Volpedo, alla testa del quarto stato. Ho provato a cercare ma ancora mancano le immagini «kitsch», quelle riprodotte in soprammobili, poster, lattine di birra, magliette e cover dei telefonini ma non escludo che qualcuno già ci pensi. 

Il mio non è un giudizio politico, è solo la stima all’ingrosso di uno spettatore e da osservatore non mi solleva l’animo vedere la Schlein trasformata in un’icona, in una sorta di re taumaturgo.

Sto esagerando? Forse. 

So bene che se per alcuni la nuova segretaria del PD rappresenta in tutta onestà un toccasana per la vecchia politica. Ma so anche che per altri è solo “instrumentum regni” per ascendere la scala del potere o in alternativa per conservare vecchie egemonie. Fa parte del gioco. Quel che mi preoccupa non è che Ely sia diventata una specie di Madonna pellegrina, quello che mi preoccupa è l’illusione che attraverso un ribaltone si possa cambiare il mondo. La storia dimostra che non è così ma se qualcuno ci vuol provare ha il diritto e il dovere di farlo. Sia chiaro, è sempre possibile che le cose stiano in maniera diversa ed io, come Frate Indovino, traveda la situazione. Di questo chiedo scusa fin da ora.

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