Acqua aretina, Dante, Beatrice e il kit di sopravvivenza

La settimana aretina è trascorsa senza scossoni, a meno che qualcuno non abbia preso qualche buca e a quel punto lo scossone è arrivato lo stesso. Da quel punto di vista danno più scosse le buche cittadine che i cavi elettrici sbucciati. Nello scorso fine settimana si è comunque celebrata anche ad Arezzo la Giornata Mondiale dell’Acqua. Il rapporto storico tra acqua e Arezzo è imprescindibile e irrinunciabile. Lo si ha fin dai modi di dire in cui si misura il tempo in caso di ritardi (“se fa el buio e l’acqua”) sia se si nota un abbigliamento con pantalone alla caviglia (“oh che c’hai l’acqua in casa?”), sia quando si vuole indicare una persona tirchia o talmente avara che tiene tutto per sé (“se gli fai un clistere, ‘unn’arfà neanche l’acqua). Arezzo poi dedica all’acqua tutti i primi weekend di ogni mese, dato che alla Fiera Antiquaria difficilmente manca l’acqua. Negli USA anche l’Ente Spaziale NASA ed Elon Musk sono interessati all’acqua di Arezzo, perchè stanchi di andare a cercare l’acqua salata su Marte. Ad Arezzo, infatti, basta leggere una bolletta di Nuove Acque e ci si accorge che l’acqua è talmente “salata” che in confronto quella che troveranno su Marte (dato anche il colore) è Fanta. Anche perché Nuove Acque è oltre Marte, dati i prezzi… alle stelle. Comunque l’acqua d’Arezzo storicamente è più buona del vino di Siena (ci vuole poco) e se non ci fosse l’acqua, per noi aretini ce sarebbe da tagliassi i coglioni (non a caso il maggiore torrente cittadino si chiama Castro). Poi presto ad Arezzo l’acqua tornerà anche nelle fontane e considerando che diversi cantieri cittadini fanno acqua dappertutto, a noi aretini prima o poi ci verranno le branchie!
Oltre alla Giornata dell’Acqua, in questa settimana anche ad Arezzo si è celebrato il Dantedì, dedicato a Dante Alighieri, con vari elogi e omaggi al “sommo poeta”. E pensare che proprio Dante a noi aretini non ci ha mai preso in piena simpatia, financo a combatterci contro nella storica battaglia di Campaldino. Ma ultimissime ricerche storiche dimostrano che questo astio di Dante verso Arezzo era ben giustificato. Pare infatti che Beatrice se la intendesse con due aretini; uno del Bagnoro e uno dI Pieve al Toppo. Lo dimostrerebbero i resti di alcuni vessilli e gualdrappe rinvenute in degli scavi a Campaldino, in cui i fieri ghibellini di parte aretina avevano scritto a Dante queste irriverenti frasi: “Dante, poeta senza alloro, hai i corni anche al Bagnoro!”; e anche: “Alighieri combatti qui al galoppo, ma Beatrice cavalca a Pieve al Toppo!”. Poi in un altro vessillo ghibellino appare la scritta “Te qui a Campaldino e a noi Beatrice ci fa…” e qui il vessillo è troppo consumato dai secoli per poter leggere la fine della frase, ma non è chiaro, né per niente sicuro, che la parola corrosa dal tempo fosse “un bambino”, anzi.
Ma per altri studiosi invece, Dante aveva rispetto per Arezzo. Del resto lui era bravo a fare i versi e noi a Arezzo per fare i versi ce s’alzerebbe anche da letto! E allora noi ce lo vogliamo immaginare, come nella Divina Commedia sorvolare su Arezzo con il Sindaco Ghinelli che gli fa da Virgilio, ma che ogni tanto sparisce (sennò che Ghinelli sarebbe?) e a quel punto Dante sarebbe costretto a farsi aiutare dal Sindaco precedente Fanfani che tra l’altro proprio la Divina Commedia andava in giro a leggere. Ma sentendolo recitare, fin dal primo canto, a Dante verrebbe da fare come l’omino delle 50 Lire.. che si gnudò e si prese a martellate nei coglioni dicendo: “Nel mezzo del cammin di nostra vita, m’artrovai accompagnato da nessuno, perché ‘sti du’ Sindaci la via un l’han manco finita e de due boni non se ne fa uno!”
A proposito di Sindaco, in settimana ha annunciato la candidatura a Primo Cittadino anche Michele Menchetti, Consigliere comunale ed ex di 5 Stelle. Menchetti è rimasto famoso, quando, ai tempi del Covid, non avendo Green Pass, non venne fatto entrare nel Palazzo Comunale e lui con una sedia e un PC portatile, seguì i lavori del consiglio da Piazza del Comune. La gente che passava gli chiedeva: “Scusi lei che fa?” E lui :”Piacere, io sono il Menchetti”. Ma la gente vedendo che non c’erano pane, schiacciate, pizzette, paste e bomboloni, diceva: “Questo ce piglia per il culo” e passava oltre. Menchetti ora in campagna dovrà dire di essere buono come il pane, anche se quello che fa il pane è un altro!
Per la rubrica “Han battuto il capo da bighini”, va citata l’Unione Europea che in settimana ha annunciato la diffusione di un kit/zaino di sopravvivenza in caso di “crisi bellica”. In questo zaino sono inseriti oggetti utili per 72 ore di autonomia come acqua, biscotti, torcia, coltellino svizzero, power bank, medicine, cibo in scatola ecc… presentando il tutto con ilarità degna di Zelig o Only Fun.
Arezzo ha subito risposto alla Commissione Europea, spedendo loro un kit per la loro sopravvivenza con all’interno prugne, uva passa, passata di fagioli, fagioli in scatola, purghe, clisteri alla camomilla e alla menta piperita. Insomma tutta roba per mandarli a cacare, che è l’unico posto dove si meritano di andare dopo un video del genere, consigliandoli di non venire ad Arezzo, anche perché ad Arezzo è difficile trovare dove andare a farla. Comunque nel caso la Commissione Europea dovesse mandare quel kit agli aretini, chiediamo di inserire nello zaino anche una foto della Commissione al completo, in modo da poterla toccare. Date le circostanze poco tranquillizzanti avremmo così modo di toccare i coglioni senza fare gestacci.
E per finire il proverbio della settimana: “Da stanotte torna l’ora legale e andremo tutti un’ora più avanti. Farà buio più tardi, meno male! Che i lampioni fan meno luce dei fulminanti“.