Acqua e trasporti aretini in mano ai francesi. Rinvio Coingas. Sul clima i grandi dicono “Ancius”
I primi disagi per i viaggiatori si sono avuti al momento di registrarsi nella nuova app, per acquistare on line biglietti o modificare vecchi abbonamenti. Code anche nei punti vendita cittadini (chiamati punti vendita perché ormai ce ne son rimasti quasi… punti), con moccoli e accidenti dei viaggiatori che, uditi ovunque, sono rimasti in italiano e non sono stati detti in francese. I prossimi passaggi della transizione italo/francese dovrebbero essere quelli del foro porta/baguette accanto al sedile (sennò sotto il braccio il pane è già condito prima di metterci l’olio), e poi la scritta BONJOUR UNE SCIE (Buongiorno una sega) da mettere nelle pensiline e agli ingressi dei bus. La città dell’ALÒ, quindi, diventa sempre più francese; il termine Bus ormai significa che ci han BUSsato anche quelli. Ci auguriamo almeno che i prezzi delle corse cittadine degli autobus non aumentino come è aumentata l’acqua pubblica da quando è gestita dai francesi; altrimenti costerà meno andare a Bolzano in treno che alla Catona in corriera! Ma l’acqua e i bus gestiti dai francesi non sono le uniche realtà cittadine gestite dall’estero. Sia i bagni pubblici che i distributori di benzina, ad esempio, sono gestiti dalla Turchia. Infatti i bagni pubblici cittadini sono tutti bagni alla turca; nel senso che non ci sono e tocca arrangiarsi a falla in piedi da ritti, oppure a covoloni, alla macchia, all’albero (se non li segano tutti), a buco punzoni (posizione pericolosissima),oppure al tombino (ce vuol mira buona), a murello e scrollo rapido (solo per uomini) da non confondere col murello per giocare di soldi o a figurine. Come detto, sono di proprietà turca anche i distributori di benzina, perché come un automobilista entra in una stazione di servizio e legge i prezzi, incomincia a moccolare come un turco (si dice anche fumare come un turco, ma nei distributori non si può fumare). Infine, per molti furbetti aretini, sono a gestione portoghese i sistemi di pagamento delle imposte cittadine; talmente portoghesi che, appunto, non pagano, a spese di chi lo fa.
È cominciato in settimana e ovviamente come da tradizione subito rinviato, il processo sul caso Coingas. Ormai giudici e avvocati, più che laurearsi in legge e diritto, dovrebbero seguire corsi alle scuole calcio per i portieri, visto che devono essere preparati nel saper fare i rinviì più che i processi. L’unica cosa che consigliamo di non dover rinviare sono i bisogni fisiologici, perché se lo fanno al di fuori del Tribunale e cercano un bagno pubblico in giro, il bisogno urgente che devono fare rischia di andare in prescrizione. E pensare che è opinione diffusa che in Italia la giustizia fa cagare!
E di rinvio si può parlare anche per le decisioni dei grandi della terra suĺle emergenze delle conferenze sul clima, tenutesi in pochi giorni a Roma e a Glasgow. Le promesse, molto simili a supercazzole, come al solito sono state tante, ma di solito non sono mai mantenute; vedremo stavolta. Nel frattempo Russia e Cina, che alla conferenza non sono andati e come risposta hanno detto ANCIUS, (che non è il rumore di uno starnuto ma l’acronimo di A Noi Ci Importa Una Sega) hanno promesso però che se il prossimo Cop 31 si svolgerà tra pochi anni ad Arezzo, sarebbero disposti a partecipare. La Cina sarebbe disposta a realizzare all’ex area Lebole un mega stabilimento della grande azienda di elettronica OPPO, alla quale in onore di Arezzo, darebbero il nome DOPPO. Vi si costituirebbero nuovi calcolatori dal nome “DOPPO se fa i conti”, oppure nuovi smartphone a chiamata programmata; il modello avrà il nome: “Te chiamo DOPPO cena”; oppure computer in grado di agevolare anche i meno esperti del software, che sarà il: “per chi ci capisce DOPPO”; oltre anche (e qui i cinesi sono maestri) a produrre polvere pirica a scoppio ritardato chiamata “DOPPO i fochi”. I russi invece, per il Cop di Arezzo, promettono di riempire di vodka le fontane con le Chimere davanti alla Stazione, in modo da buttarci poi le monete come alla fontana di Trevi. Ma considerando chi ci bazzica sempre intorno a quelle fontane, la vodka ci rimarrebbe 10 minuti al massimo e si vedrebbe subito che i capi di Stato nella fontana ci avrebbero buttato un centesimo, come probabilmente, visto gli esiti del Summit, hanno fatto a Roma.
Proseguono in città le installazioni delle luminarie natalizie. Su alcune di queste, come lo scorso anno, sarà scritto il nome della via sottostante, mentre alcune nuove saranno ad indicare le caratteristiche del luogo dove saranno installate. Per valorizzare la bellezza di Arezzo ai turisti, all’ingresso del centro storico vi sarà la scritta: “ARfatevi l’occhi” mentre per chi esce dalla città, apparirà il saluto “ce s’ARvede presto”. Messaggi natalizi luminosi anche per gli aretini: all’ingresso di Via Calamandrei vi sarà la scritta “qui ARfate gli ammortizzatori”; mentre all’ingresso delle zone a luci rosse la scritta sarà “qui ARmettete le doghe, ma ci ARmettete de guadrini”; davanti al Comune, se il Sindaco è assente sarà scritto: “È ARvito via”, mentre a S. Agostino, davanti alla sede del PD aretino apparirà la scritta: “tutte le volte che nell’aretino si vota, questi ARperdono sempre”. Vari avvisi a sfondo sociale anche in varie zone della città: a Campo di Marte sarà scritto: “qui si fanno le terze dosi, ma volendo anche le quarte, le quinte e le seste” mentre nei luoghi di movida estrema sarà scritto: “qui il problema non è il bere, è l’ARbere 4 o 5 volte”. E per finire l’oroscopo: tenete accanto a voi le cose più care di questo periodo, compreso l’olio e le castagne che son care inguastite!