Animalisti e Giostra, ferie in salsa aretina e ristoranti
Qualche momento di panico quindi per gli amanti della Giostra del Saracino e altre manifestazioni similari. A questi sedicenti (ma ripetiamo, diciassettenti renderebbe più l’idea) animalisti va ricordato come proprio in manifestazioni tipo la Giostra o anche e soprattutto il Palio di Siena gli animali, seppur nei rischi che queste manifestazioni comportano, siano super tutelati, sia in assenza che in presenza di infortuni. A Siena, ad esempio, un cavallo infortunato nel Palio, ha una clinica che in poche ore lo cura al meglio (è successo anche pochi giorni fa), mentre se uno di noi si facesse male a un piede e va al Pronto Soccorso, decatti se dopo tre ore gli han dato un’occhiata (ovviamente colpa della scarsità numerica e non qualitativa del personale).
E quindi sarebbe più auspicabile tutelare gli animali nei problemi più gravi che hanno tutti i giorni (tra bocconcini avvelenati e allevamenti lager) e non in una Giostra o in un Palio. Cosa che a livello di Giostra ha fatto girare le palle a tutti e non solo al Buratto. Per fortuna altre associazioni animaliste si sono dissociate. E ad esempio, a proposito di questi gruppi pro-referendum, gli amanti dei gatti hanno detto: “Siete come un gatto ai coglioni” e anche “avete pisciato fuori dalla lettiera”, mentre gli Amici del cane” gli hanno mandato il messaggio “Se nessuno vi porta a cacare, vi ci si manda noi e senza sacchettino per la raccolta”; persino quelli della tutela degli ungulati, gli hanno scritto: “Maremma cignala ma ‘unn’avete altro da fare?!”; mentre gli amanti degli insetti gli hanno twittato: “Siete più noiosi delle zanzare”.
E tutto ciò proprio nel momento in cui Arezzo agli animali apre anche le porte delle chiese. Ottima infatti la notizia che permette ai cani, seppur in silenzio e in braccio ai padroni, di poter visitare l’interno della nostra Cattedrale. Il silenzio è garantito, visto che di fronte a tante bellezze anche i cani rimarrebbero a bocca aperta. E visto che il cane fino ad ora, se veniva avvicinato a Nostro Signore, era solo per un moccolo (non la candela…), adesso potrà rendere più piacevole la visita dei loro padroni a luoghi belli e Sacri.
E veniamo al Ferragosto ad Arezzo, che, come in molte parti in Italia, ha stavolta registrato un calo a livello di presenze turistiche. A contribuire a ciò, ad Arezzo ci ha pensato una quasi totale chiusura di bar e attrazioni turistiche, che ha di conseguenza messo in difficoltà i turisti presenti. Ad esempio i pochi bar aperti hanno ancor di più accentuato il problema dei bagni pubblici in città e ovunque i turisti hanno fatto miracoli per… “trattenere” il più possibile i propri bisogni….e poi dicono che a Arezzo i turisti non si trattengono! Forse il termine “Frenata di Ferragosto” usato per descrivere il temporaneo calo turistico era invece relativo ad alcune “frenate” nelle mutande e negli slip dei turisti, dovute a estreme trattenute fisiologiche. Per distrarre i turisti dalle troppe chiusure di Ferragosto, era stato lanciato, tipo caccia al tesoro, un concorso/gioco a punti sulle cose più difficili da trovare. A maggior punteggio corrispondeva la cosa più complicata da cercare e trovare. Ecco il dettaglio dei punteggi:
1000 punti a chi trovava il Sindaco, ovvero il massimo. Introvabile o quasi anche nei giorni feriali, figuriamoci a Ferragosto!
500 punti a chi trovava un bar aperto. All’ora che lo avevi trovato ti era passata la fame per mangiare e la sete per bere.
300 punti a chi trovava una fontana con acqua. Ok farlo per non sprecare acqua, ma era più facile rinfrescarsi a Nairobi che a Arezzo. L’unico sito con acqua presente era il cantiere del sottopasso Baldaccio, che a forza di dire che sta facendo acqua, si è allagato davvero!. 200 punti a chi trovava un’attrazione turistica aperta. Chiusa la Fortezza, chiuso l’Anfiteatro e chiusi alcuni Musei, i turisti hanno dovuto accontentarsi di Piazze e Chiese da ammirare a occhi aperti, anche perché se erano chiusi anche quelli (gli occhi…) era un casino.
100 punti a chi trovava un monopattino. Qui ovviamente il punteggio cala, perché ormai trovare un monopattino al giro è come trovare i semi nel cocomero (perlomeno nel popone sarebbero tutti insieme).
50 punti (il minimo) a chi trovava un supermercato aperto. Troppo facile! Erano aperti quasi tutti. Chiusi erano evidentemente gli occhi dei Sindacati, che quando si tratta di tutelare i lavoratori del commercio nel diritto alle festività… dormono da tempo!
In occasione del Ferragosto si è anche celebrato un gemellaggio tra alcune realtà aretine con altre città italiane. I cantieri dei lavori sono gemellati con FERMO. I bar, i Musei, la Fortezza e l’Anfiteatro a Ferragosto erano gemellati con CHIUSI della Verna e CHIUSI Scalo. I monopattini con L’AQUILA, nel senso che li trovi là, qui, là; Campo di Marte e Parco del Pionta erano gemellati con MEDELLIN. Infine, date le aperture dei supermercati a Ferragosto, i Sindacati si erano evidentemente gemellati con BUON RIPOSO.
Sensazione a Castroncello, dove alcune piante di pomodoro hanno raggiunto i 3 metri di altezza, tanto che per coglierne il frutto si è dovuto usare lo scalandrino. Il record assoluto per gli ortaggi più in alto rimane comunque ad Arezzo, dove durante il Covid il C/Drone ci volava tutti i giorni 20 metri sopra il capo.
Dopo la moda di fotografare nei ristoranti i piatti e le pietanze, adesso sempre nei ristoranti sembrano andare più di moda le foto agli scontrini per segnalare le cose più strane che vengono messe nel conto. Ad Arezzo ancora non si segnalano grossi problemi, ma se i ristoratori si dovessero adeguare ad alcune “perle” segnalate nel resto d’Italia, si potrebbe arrivare a ritrovarci nel conto voci di spesa tipo:
PULITURA DEL COLTELLO AL BICCICO DEL TOVAGLIOLO 1,5; LETTURA BIS DEL MENÙ 1€; GORA DI VINO O COCA COLA NELLA TOVAGLIA 2€; SCACIOTTATA TRIPLA DI PARMIGIANO NEI MACCHERONI 1,5 €; FETTA DI PANE PER PULITURA SUGO DEL PIATTO (ZUPPA O BARCHETTA) O,5 €; DITATA NELLA TAZZINA DEL CAFFE PER LECCARE LO ZUCCHERO O,5 €; ROTTURA DI UN BICCHIERE 3 €; ROTTURA DI COGLIONI ALLA CAMERIERA 5€;
COPERTO (ANCHE SE VE FA CALDO) 2,5 €.
Come sempre, in appoggio ai turisti, diamo lettura del significato di alcuni termini aretini intraducibili in altre lingue:
SMAMA: senza punteggiatura non è più una bella località del Casentino, ma un invito ad allontanarsi;
CHE CAPELLA!: senza la doppia P non è l’esaltazione di una bella opera d’arte, ma l’evidenziare un fungo o un grosso errore.
MADONNA o qualsiasi altra entità religiosa pronunciata ad un distributore non è un’estasi religiosa ma la lettura dei prezzi dei carburanti.
CHE CICALAIO: frase da poter sentire in riferimento al canto di cicale o alla presenza di belle donne.