Caldo, green pass, Mozart e Guido Monaco: tutte le note di Arezzo

E a volte queste frasi venivano dette prima ancora di salutarsi o di scendere da letto la mattina. Si cercava ovunque di evitare qualsiasi riferimento al caldo, anche  virtuale: alle donne metteva ansia anche il solo pensiero delle vampate, mentre gli uomini che ne facevano abuso, hanno per una settimana messo da parte visioni di filmati porno perché lì qualcuna che boccheggia c’è sempre. Sono venute presto anche a noia le solite raccomandazioni che ormai sanno anche i muri, di stare in luoghi freschi, bere acqua e mangiare frutta. Anzi, a volte il solo sentirle, bacava parecchio i coglioni e più che invitare a stare al fresco, scaldavano dal nervoso. Secondo gli esperti meteo si tratta di una presenza di aria africana nel nostro territorio, ma il caldo era dappertutto e non solo a Campo di Marte, Colle del Pionta o Saione. In città, ovunque l’aria condizionata era in modalità ATP (a tutto palo), le gallerie dei centri commerciali  prese come vasche per il Corso, e i Green Pass, a forza di stare al caldo, da verde cominciavano a diventare gialli. Aperta anche la gara a chi fotografava i termometri con la temperatura più alta. Ovviamente non erano valide quelle dei microonde e delle lavatrici. Ad Arezzo ci si lamenta quando l’aria è buona, figuriamoci col caldo, che a questi picchi è meno sopportato del puzzo dei piedi o di una manciata di rena nei lenzuoli. Molti, saputo che l’ondata di calore si chiama Lucifero,  hanno  pensato di provare anche a chiedere consigli a Don Alvaro, ma hanno desistito quando il prelato giustamente  garantiva loro, tramite Dio, di togliere peccati o altro… ma non il caldo da addosso, seppur tranquillizzando quelli che in questi giorni, a forza di sudare, temevano di aver sudato anche l’acqua del Battesimo! 
I turisti in città, per fortuna non pochi, si difendono dal caldo gustando le nostre bellezze e le nostre prelibatezze, perché si sa, ad Arezzo si schianta quando è caldo, ma a tavola, coi fantastici cibi nostrani si schianterebbe sempre!
Appello del Sindaco in settimana, che minacciava più severità nei controlli sui Green Pass. L’appello è giunto da Salisburgo, a conferma che ormai Ghinelli fa rima con “girelli” visto che ormai il Sindaco si fa prima a cercarlo sul mappamondo che al Comune. Salisburgo è la città di Mozart, e di conseguenza, dei famosi e omonimi cioccolatini a forma di palla. E in effetti anche l’appello del Sindaco sui Green  Pass, seppur giusto e legittimo, più che arrivare dalla città delle palle di Mozart, è sembrato arrivare subito alle palle degli aretini.
A proposito di Mozart e di musica classica, di cui il Sindaco è appassionato, è stato presentato il Prossimo Concorso Polifonico, che però non si chiamerà più  Concorso ma semplicemente Festival, come a Sanremo ma senza Amadeus (a proposito di Mozart) a presentare. Arezzo quindi tornerà, con la presenza di cori da tutto il mondo, ad essere per una settimana, la città dei “DO di petto”,  oltre che per un anno intero ad essere la città anche dei “Do di matto” e dei “Do di Stomaco”. Il tutto ovviamente dedicato a chi le note musicali le nominò e usò per la prima volta. Un omaggio eterno di Arezzo al suo cittadino illustre Guido Monaco, che, anche se nato a Talla, è padrone di casa della Piazza più centrale di Arezzo, a lui dedicata, anche quella famosa per i tanti DO che lì si sentono dire insieme alle altre note musicali, anche se non esattamente in suo omaggio: “te DO un puntone” “La dose se non la paghi non te la DO” “te DO foco alla macchina” “Uteh bamba sakim DO fanculu tulm ora pagare, verth DO scappare se c’è polizia!” o anche “non te la DO, piuttosto me la cucio!” “MI, o te che ce fai?” “Che caldo che FA, oggi amazza!” “Oh te MI, LA fanno a cazzotti!” “Oggi sto SOL, MI da al capo”.  Il tutto davanti alla sede staccata della Municipale, spesso chiusa, tanto che al Guidone nel mezzo della Piazza, farà piacere tanta gente a passeggio o nei tavolini, ma i delinquenti li vorrebbe fuori dalle palle di Mozart.
Avvistato in settimana un appassionato di skate board praticare il suo sport sulle presunte “panchine” davanti alla Stazione. In effetti si prestano più a quell’attività sportiva che ad altro, anzi decatti se in settimana, viste le temperature, nessuno ci ha cotto sopra qualcosa, su quel cemento a tutto sole sarebbero bastati pochi minuti di cottura per rocchi e tagliata. Chi faceva skate, ha scelto un posto sbagliato, ma vista l’ora, non ha disturbato nessuno e non ha recato danni. Eppure ha destato subito proteste, a differenza di quelli che li ci vanno a spacciare. D’altronde ad Arezzo lo sport purtroppo irrita solo a vederlo… storia vecchia. E per finire l’oroscopo: Dopo una settimana di amore assoluto solo per i condizionatori d’aria, è giusto provare a riavvicinare anche i propri partner, perché se questo caldo si chiamava Lucifero… lui i corni non li aveva per caso.

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