Don Alvaro, Mengo e shopping. Categorie di caldo aretine
Per molti aretini e non, Don Alvaro è molto più che un prete o un amico, e quindi è stata occasione per abbinare bene preghiera e festa per chi ti accoglie a cuore e mani aperte (e che mani!) in Cattedrale o alla Pieve per una parola di conforto o di sostegno, o una visita alla Madonna del Conforto, o a San Donato, o per fare i complimenti e benedire il Quartiere che ha vinto la Giostra. Stavolta è stata occasione per rendergli il giusto omaggio. E la solita coda che da lui c’è per Confessioni e consigli, stavolta era per fargli gli auguri. Molte le personalità Vip che hanno voluto esprimere un pensiero per questo 50esimo. Eccone alcuni: SINDACO GHINELLI: “Buon anniversario a chi, quando si ha bisogno di lui, è sempre presente in ogni occasione. Eh si… più o meno come me!”. PUTIN e ZELENSKY: “Per Don Alvaro siamo disposti ad arrivare a la Pace. Al limite ci si ferma a San Firenze!” GIANNI MORANDI: “All’unica persona che ha le mani più grandi delle mie, un grande abbraccio! Anche perché se dico una stretta di mano, me la rifasciano tutta un’altra volta!” RE CARLO III: “Buon 50esimo! Ho saputo che lei è in grado di togliere il diavolo che ci circonda. Se a me me cava Camilla di casa almeno un paio d’ore al giorno, so’ già contento!” PAPA FRANCESCO: “Ricordo ancora le persone che quando lei è venuto a trovarmi in Vaticano, dicevano: o chi è quello vestito di bianco vicino a Don Alvaro?”
Buon 50esimo + una settimana, Don Alvaro!
Anche se tradizionalmente americana, è stata celebrata anche ad Arezzo la festa del 4 luglio. Ma da noi non c’entra niente l’indipendenza, bensì, come da tradizione americana di quel giorno, i fuochi d’artificio. Ormai ad Arezzo, oltre che per il Patrono, i fuochi si fanno in ogni occasione o festa. Matrimoni, Comunioni, 18esimi, ma non solo! Si fanno fuochi d’artificio per il raggiungimento di diplomi, lauree, il raggiungimento di fine mutuo, il raggiungimento del quarto livello di stipendio, o per essere arrivati a comprare la macchina nuova, per aver fatto il quinto tatuaggio o aver raggiunto la quinta de pocce; o si fanno fuochi d’artificio anche per quando la suocera va 10 giorni al mare o i figlioli son fatti grandi e se cavano dai coglioni da casa. D’altronde a noi aretini i tonfi non mancano mai. Quando si mangia qualcosa di gusto, ci si farebbe il tonfo. Quando si cade si dà un tonfo per terra, chi è teppista meriterebbe un tonfo nel muso e chi è benestante c’ha un tonfo de guadrini. Ma a proposito de guadrini, occhio, perché ad Arezzo tempo fa han fatto fare il tonfo anche a Banca Etruria.
Nutrite e ricche di eventi come non mai, le serate in questa settimana ad Arezzo. Ben organizzate e partecipate quelle del Mengo Music Fest, con concerti affollati e la ottima musica di molti cantanti e gruppi del momento, con, tra gli altri, CollaZio, Coma Cose, Baustelle, Salmo ecc. Tutti in piedi anche per Rosa Chemical, anche perché se andavi a sedere rischiavi che ti montava in collo a fare la capretta come fece a Sanremo con Fedez. Sterile e assurda polemica di chi al concerto avrebbe voluto portare anche i cani, che, ammesso ma non concesso che in un concerto un cane possa essere a suo agio, chi propone musica da cani potevano essere Blanco, Mahmood, Rkomi ecc. ma non erano in scaletta. Con questi, che quando cantano ricordano da vicino un gatto stretto all’uscio, i cani avrebbero di conseguenza abbaiato talmente tanto che se avessero avuto la parola, e citando il nome del Festival, avrebbero detto: “MENGOmincia a venire a noia” o “MENGOmincia a bollire il sangue”.
E tra le serate del Mengo Festival in città è anche arrivata la notte bianca dello Shopping sotto le stelle. Ancora non chiaro se il nome “sotto le stelle” sia dovuto al cielo stellato o ai prezzi che alle stelle ci sono arrivati da un pezzo. E dire che proprio in quel giorno sono arrivati i saldi, ma è proprio quando vai a saldare che ti accorgi delle stelle. Per non parlare dei prezzi raggiunti dai prodotti alimentari, che dato che sei nella notte bianca, in bianco faresti condire anche la pastasciutta. Per fortuna un po’ di colori si sono visti in Piazza Sant’Agostino, con un lancio di numerosi palloncini colorati, e con l’immancabile musica dello Scartoni, che ormai suona più lui, che i campanelli di casa i Testimoni di Geova. La notte bianca si è poi conclusa per tutti andando a letto e chi ha speso molto, la notte, più che bianca, l’ha passata in bianco.
Arriva la tanto temuta ondata di caldo e la protezione civile, invece di qualificare l’allerta calore con nomi da tregenda, chiede al nostro notiziario di pubblicare la solita descrizione aretina delle categorie di calore che facciamo ogni anno e con orgoglio quindi la ripubblichiamo:
Ecco allora i livelli di questa percezione del calore: livello “SE SCHIANTA, NON SE RESPIRA” ovvero primo livello di allarme. Si comincia a cercare l’ombra e il meriggio anche al buio, si apre più la porta del frigorifero che la porta di casa, e le vampate prendono non solo alle donne. Ti vien voglia di andare al fresco, ma a Arezzo al fresco non ce vai nemmeno se spacci, rubi o fai il delinquente.
Livello “SE BOLLE, SO’ DA STRIZZARE”: si comincia a non sopportare niente, il caldo inizia ad essere peso come la minestra de pane a cena, e hai sempre una sudarella tipo quando il postino porta una bolletta della luce, del gas o dell’acqua. Ti prende voglia d’andare al mare, ma se vai nel Tirreno, col traffico e le code che trovi, in macchina finisci l’aria condizionata e risudi anche l’acqua del Battesimo. Se vai in Adriatico e passi dalla E 45, che tu sia in macchina o in moto, arrivi al mare che il culo lo hai già abbronzato nel viaggio a forza di buche!.
Livello “COSÌ AMAZZA, STANOTTE CHI DORME?”. A questo livello non se sopporta neanche quelli di casa; il caldo è appiccicoso come il Fanfani quando leggeva Dante. Persino il Lucertola la prima cosa che chiede in giro è una bottiglia d’acqua. In casa vien voglia d’istinto di infilare il capo nel frigorifero ma daresti una capata o al mezzo cocomero o alla zuppiera della panzanella che ci trovi dentro. Provi allora con l’aria condizionata a tutto palo, ma a quel punto si rischia più di non dormire per il torcicollo che per il caldo.
Ultimo livello, ” MA COM’È OGGI?! DA BATTERE IL CAPO IN UN MURO” è il livello peggiore, la gente più che parlare, soffia e moccola; il battere il capo in un muro conviene per due motivi, il primo è che dopo sul capo ci metti una borsa del ghiaccio e quindi rinfresca, il secondo è perché con tutte le buche che c’è al giro, se fai un buco nel muro non se ne accorge nessuno. Vi vien voglia di prendere un monopattino e andare al giro a prendere un po’ di vento in faccia, tanto ora è più facile trovare i monopattini che l’ombra.
Infine, per concludere, è sempre consigliabile per tutti di evitare di uscire nelle ore più calde, bere molto e mangiare molta frutta… anzi niente frutta. Con quel che costa vi ripiglia il caldo subito!