La calda estate aretina tra fuochi e turisti Vip

Chi ha potuto ha messo in opera la modalità CADACO (Cavassi Dai Coglioni) raggiungendo località di vacanza più o meno refrigerate, ma chi rimane in città continua a lottare e cercare rimedi all’afa. Panzanella prodotta a livelli industriali, cocomero affettato più del pane e, per chi ce l’ha, aria condizionata “a tutto palo” (unità di misura aretina), col rischio di contrarre dolori e blocchi muscolari, tanto che poi se non sudi per il caldo la sudarella te piglia solo per piegarsi per mettersi le ciabatte. Il mandassi a cacare assume in questo periodo dispetto doppio, anche perché se suda solo a mettersi a sedere nella tazza, figuriamoci dopo. Anche i VIP aretini hanno espresso dichiarazioni e giudizi inerenti l’ondata di caldo. Eccone alcuni: “È un forno dappertutto” (Menchetti e Pierozzi). “Ho buttato giù la costruzione alla Misericordia per far circolare l’aria” (Sindaco Ghinelli). “Domattina alle 6 apro il click-Day per avere 10 minuti di fresco; può essere che dopo 5 minuti sia esaurito. (Vice Sindaco Tanti). “Ditemi dove è il fresco a Arezzo che lo compro” (Patrizio Bertelli). “Ve lamentate se s’arriva 40 e a me me rompete i coglioni se ve faccio la multa sopra i 50 e pensare che solo il mio cognome mette freschezza.” (Comandante Polizia Locale Poponcini). “Mi raccomando non affollate i Pronto soccorso. Io lo faccio da anni non assumendo infermieri e medici”. ( Eu/genio Giani Presidente Regione Toscana).
Ma anche nel corso del tempo, personaggi storici aretini hanno avuto a che fare col caldo. Per gli Etruschi trovare il fresco d’estate era una chimera, da cui l’idea di costruirla in bronzo. I romani, per stare al fresco, realizzarono l’Anfiteatro che, a differenza di ora, era sempre aperto. San Donato ha sempre affermato che con troppo caldo c’è da perdere la testa. Guido Monaco perfezionò solo 6 note musicali, perché il SOL gli batteva troppo sul capo. Petrarca scrisse il Canzoniere all’ombra, altrimenti col canzo (niere) che lo scriveva. L’Aretino Pietro (quello con una mano davanti e l’altra dietro) in realtà la mano davanti ogni tanto la usava per sventolarsi. Fossombroni progettò il canale della Chiana anche per combattere il caldo, ma tutt’oggi ne approfittano solo le nutrie. La famiglia Butali quasi due secoli dopo realizzò anch’essa un canale, ovvero Teletruria, ma il caldo lo combatteva meglio vendendo ventilatori e condizionatori. L’unico ad amare il caldo fu Licio Gelli, che, nonostante di continuo lo mandassero al fresco, lui poi scappava sempre.
È stata la settimana di San Donato con i relativi fuochi d’artificio che sempre fanno discutere gli aretini, divisi tra soddisfatti e no. Come al solito anche quest’anno ci sono stati fuochi e giochi pirotecnici basati su tema d’attualità. Particolarmente apprezzate le fontane di luce, anche perché è l’unico modo ad Arezzo di vedere fontane funzionanti. Poi alcuni fuochi larghi e rotondi con molto fumo intorno, a ricordare come la rotonda di Via Fiorentina continua a mandare in fumo diversi soldi. Poi le stelle sparate in ordine sparso a ricordare i monopattini traventati in qua e in là. Interessanti anche quelli a lascito di forte odore di pirite, che gli spettatori hanno apprezzato molto di più rispetto ai puzzi sentiti durante l’anno dalla zona dell’inceneritore.
Sempre presenti anche i fuochi a candela, a ricordare che qualche moccolo vola sempre. Lo spettacolo è stato comunque gradevole e gradito. Come sempre numerosi spettatori sono giunti da Padova, dove da sempre preferiscono i fuochi di San Donato, al fuoco di S. Antonio. E come sempre, a spettacolo finito, verso mezzanotte è giunta al Prato la delegazione della Ferrari Formula 1 con i piloti Leclerc e Sainz e il Team Principal Vasseur, a conferma che la Ferrari di F1 arriva sempre doppo i fochi. Dibattito sui social sul perché i fuochi di San Donato vengano da sempre realizzati alla vigilia e non il giorno della festa. Ma nonostante il martirio del nostro Patrono, siamo convinti non siano argomenti da perderci la testa.
Continua la presenza di turisti VIP nell’aretino. Stavolta è stata vista la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, l’unica politico al mondo che alle urne non la vota nessuno, ma in parlamento la votano tutti. Ha scelto Arezzo perché siccome è stata scelta per far quadrare i conti, solo a stare a sedere alle panche della Stazione c’è da far quadrare il culo. E poi perché se va in montagna in Trentino, col nome Ursula che si ritrova, rischia che le guardie forestali le sparano. Mentre se va al mare, qualche ursula la tira al momento che vede i prezzi di ombrelloni e sdraie. Visto ad Arezzo anche il nuotatore Olimpico Gregorio Paltrinieri appena tornato dalle Olimpiadi. Ha detto che in confronto alla Senna, ad Arezzo il Castro, il Vingone, la Parata e la Chiana sono atolli tropicali. Ha detto poi che se il Falcinelli o Ortiz vanno a Parigi, in due mesi hanno più soldi del Bertelli. E poi meglio le tope sui tacchi di Arezzo che le tope sulla Senna di Parigi.
Celebrata anche ad Arezzo la giornata mondiale del gatto, con in evidenza e sulle foto il giusto omaggio anche ai felini aretini. L’unico gatto odiato ad Arezzo è il famoso gatto ataccato ai coglioni. Beate quindi le donne che non ci hanno a che fare.
E per finire il proverbio della settimana: A Arezzo il caldo ci alappa e la gente ormai è pazza. Chi può al fresco scappa, e chi resta rimpiange la guazza.

Articoli correlati