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martedì | 29-04-2025

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“Lignano col cappello, aretino prepara l’ombrello”, altre perturbazioni e sòle meteorologiche

La settimana aretina era cominciata con la Pasquetta che molte previsioni meteo avevano dato per caratterizzata dalla pioggia… che poi invece non si è vista. Gli annunciati cicloni atlantici avevano previsto per Arezzo, oltre al classico “Lignano col cappello, aretino prepara l’ombrello”, altre perturbazioni legate ad alcuni detti, del tipo: “Se baturla a Policiano a Arezzo piove a tutto spiano” o anche “Se balena a Pieve San Giovanni, aretino arcatta i panni”; oppure “Quando il cielo è nero a Giovi, a Arezzo te molli se ‘un te movi”. Tutto era in allerta per annunciate formazioni perturbate provenienti da ex zone industriali aretine, come per il ciclone formato alla ex Giole (che per un pezzo unn’arvedi il sole), o anche l’area Bastanzetti (poi l’impermeabile te metti), e invece alla fine si è presentato solo il ciclone della ex Vega (tutti a dire piove, piove, e poi ‘un piove una sega). E cosi gli aretini che avevano rinunciato a preparare cacio, salame e fave (nel senso di bacelli), so son ritrovati con la fava (nel senso… figurato) in mano, in casa e col sole fuori. Ovviamente non è mai facile fare previsioni del tempo, anche perché se una volta si diceva che quando si sentiva un tuono era lo zio di Poppi che infiascava il vino e barullava le botti, si vede che negli ultimi anni, dati i fenomeni climatici e meteorologici, lo zio di Poppi quel vino infiascato lo ha poi anche bevuto. Ecco che allora, all’ultimo momento, molti aretini si sono arrangiati a passare la giornata nei parchi cittadini, ma data l’erba alta in molte zone, all’ora che avevano trovato una panchina s’era fatto il buio (ma non l’acqua…) e quindi hanno terminato anzitempo quella giornata piena di sole… e di sòle meteorologiche.
Un simpatico messaggio in dialetto indirizzato a Patrizio Bertelli è stato fatto trovare nella saracinesca ancora chiusa del Caffè dei Costanti, in cui se ne chiedeva la riapertura. Tra le frasi più belle e affettive vi era un “Oh Patrizio, facce sto regalo, alò!”, e vedremo se questo gesto stimolerà chi di dovere ad una rapida riapertura del locale. Se la cosa funzionerà, altri tipi di messaggi e acronimi in dialetto sono già pronti da parte dei cittadini. Ai cantieri alle rotonde del Mazzi, di Via Romana e di Via Fiorentina, a mo’ di stimolo ad accelerare a Comune e Assessore, verrà appesa la sigla FCIC, che ancora non è chiaro se significhi Fate Cadere I Coglioni oppure Fata Cacare il Ca@@o. Invece in tutti i ristoranti, bar, pasticcerie ecc, dove si mangia bene, invece di Stelle Michelin, Tripadvisor o sigle DOC e DOCG, verrà solo evidenziata la sigla DFET (Da Facce El Tonfo). Mentre per avvisare gli utenti di lunghe attese negli uffici pubblici tipo Sportello Unico, o anche Poste, Cup e altri Ambulatori Sanitari, verrà messa in vista la sigla DFLC (Da Facce La Muffa). A proposito, è stato spiegato il perché lo Sportello Unico si chiama così. È perché essendoci giustamente anche l’ufficio immigrazione, spesso sei l’UNICO Italiano o Europeo in coda. Pure le buche nelle strade avranno il loro cartello a cui qualsiasi cittadino può dare un nome. In molti hanno scelto nomi da cantanti. Si va da “JOVANOTTI, ammortizzatori e ossi tutti rotti” a “LIGABUE, ne tappano una n’arcresce due, oppure “ELODIE è meglio se ‘un passi de quie” e “OLLY se ce caschi barcolli”, fino alla coppiola da usare se le buche sono due “MENGONI BAGLIONI, forse ce tappano prima delle elezioni”.
Celebrato anche ad Arezzo il 25 aprile, con le  cerimonie storiche e istituzionali. Dato il lutto per la scomparsa di Papa Francesco, il Ministro della Protezione Civile Musumeci aveva detto di farlo in modi e atteggiamenti sobri. Come se il 25 Aprile la gente si ubriacasse per le strade o facesse i fuochi d’artificio e il brindisi di mezzanotte. Secondo molti quel “sobri” pronunciato dal Ministro potrebbe essere l’inizio della frase aretina “SOBRIaco” oppure “SOBRIllo”, altrimenti non si spiega. Musumeci, che in questo caso ha fatto una figura di feci (usando la rima), forse farebbe bene a controllare di più quelli che SOBRIachi per davvero in giro e dappertutto… senza aspettare il 25 Aprile o… ogni morte di Papa. Con la speranza che da ora in poi, oltre che la Protezione Civile, avremo la Protezione Speciale e affettuosa di Papa Francesco.
E per finire il proverbio della settimana: “Che si vinca o che si perda, che qualcun ci tagli l’erba!”

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