Mercato internazionale di Arezzo: bene le presenze, meno i prezzi
In alcuni casi rinfacciavano i palati dei visitatori più dell’aglio o dei peperoni. In altri casi i prezzi erano talmente alti che già con un ruttino da neonato potevi espellere all’aria dai 50 centesimi fino ad un euro di valore. Se ti macchiavi una giacca con la birra, era più preoccupante il valore della birra persa che quello che poi ci sarà stato da spendere in lavanderia. Il conto era sempre salato anche se si comprava un dolce, ma in molti si sono lanciati lo stesso su quelle bontà, gustandosele sotto le stelle, fregandosene se alle stelle c’erano anche i prezzi. E a giudicare dal successo della manifestazione, il gioco valeva la candela… anche se da candela a moccolo, in molti ci sono arrivati subito. L’altro aspetto emerso in queste tre serate è stato quello della mancanza cronica di bagni pubblici in città, problema più volte evidenziato anche da questo notiziario. Tra quelle specialità gastronomiche italiane, spagnole argentine, olandesi, mancava la turca… nel senso che non vi erano bagni adatti alle esigenze di così tante persone. E ciò accade sempre, ma soprattutto quando Arezzo è colma di presenze turistiche e quindi, per fortuna, molto spesso. Ormai ad Arezzo se uno ti manda a cacare, non è solo una mancanza di rispetto, ma soprattutto se ti ci mandano, non sai dove andare a farla. A Roma e in Italia i problemi arrivano quando si sciolgono le Camere, nel centro storico di Arezzo i problemi sorgono se si scioglie il corpo. Il famoso detto “me c’ha pisciato” per indicare quando siamo andati vicino a fare qualcosa, è ornai superato, in quanto non si sa dove andare a farla. Pare che anche il grande Marcell Jacobs, il nostro campione di velocità, sia diventato il più forte sui 100 metri allenandosi ad Arezzo, raggiungendo super velocità quando gli pigliava strizzoni e doveva raggiungere e trovare il bagno più vicino. L’auspicio è che presto si provveda a rimediare a questa lacuna, altrimenti Arezzo, oltre ad essere una città che fa schiantare per la sua immensa bellezza e fascino, potrebbe fare schiantare anche per l’impossibilità di fare di corpo.
In settimana il Sindaco Ghinelli si è detto favorevole e entusiasta se si dovesse arrivare a far diventare il territorio e le città delle opere di Piero della Francesca, patrimonio dell’UNESCO. Per raggiungere questo glorioso obiettivo si dovranno unire le forze di molte istituzioni da Arezzo a Sansepolcro, fino a Regione ed enti nazionali. Ghinelli dopo la bocciatura come capitale della cultura per Arezzo, in cui, forse per la carenza di bagni non fu cacato da nessuno, ora spera quindi in una più grande e giusta rivincita. D’altronde l’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) ha le sue radici proprio ad Arezzo, dove a suo tempo venne istituita anche l’organizzazione sanitaria contro la mancanza di socialità e l’insorgere della sedentarietà domestica ovvero la UNESCODECASA; e sempre qui, contro le difficoltà nei rapporti interpersonali e sessuali, fu istituita la UNESCOPAUNA; e dove pure venne fondata l’organizzazione contro l’alcoolismo ovvero la UNESTAINPIEDI; e anche l’organizzazione contro la timidezze e le difficoltà ad esprimersi, ovvero la UNESPICCICAPAROLA. Per favorire Arezzo in questa corsa a patrimonio dell’UNESCO, si creeranno anche delle particolarità per i turisti, uniche al mondo. Ad esempio la famosa palla di vetro, simbolo dei souvenir, presente in tutte le città del mondo, che se fatta ruotare, fa l’effetto neve, ad Arezzo e solo ad Arezzo, se fatta girare farà l’effetto guazza. Poi verranno convinti Alberto Angela e altri divulgatori storico/scientifici a realizzare documentari che colleghino personaggi famosi alla nostra città. Il primo sarà sul filosofo Greco Aristotele, che pare avesse fatto le elementari ad Arezzo e siccome era duro come il travertino e non capiva subito le cose, venne qui ribattezzato ARISTUDIELE. Aveva anche una cugina chiamata ARINSOPRELLA, a cui piaceva fare giri di parole e mettere discorsi o cose l’una sopra l’altra. Poi aveva uno zio chiamato ARIASODECE, che era un po’ sbadato, e che era capace di battere il capo fino a dieci volte al giorno nel solito colonnino. Infine un altro parente di Aristotele ad Arezzo era ARIMBONZETE, un tipo a cui la tunica cascava e ciondolava spesso verso il basso.
In settimana molte sono state le lamentele sui prezzi del bar dell’Ospedale San Donato. Pare che ormai all’ospedale mettano più in apprensione gli scontrini del bar che gli esiti degli esami medici. Chi arriva all’ospedale sano, comincia ad avere qualche mancanza già al momento di pagare il caffè. Qualcuno ha chiesto se poteva sfruttare il ticket sul prezzo di cornetto e cappuccino, mentre chi compra qualcosa da poter portare ai pazienti, farebbe prima a fare la lista dal Benassi. Speriamo che i prezzi possano scendere un po’, altrimenti sanitari, pazienti e visitatori potrebbero mandare tutti a fare in cup.
Proseguono i lavori di slittamento del nuovo sottopassaggio tra il parcheggio Baldaccio e la zona Pescaiola. Con un sistema modernissimo di slittamento, il monolite del nuovo tunnel penetra per circa un metro al giorno sotto i binari e tra poco vedrà la luce dalla parte opposta. Pare che, come prova, alcuni operai in segreto abbiano già sfondato e siano andati dalla parte opposta, ma hanno sbagliato i calcoli e sono riemersi in zona Pionta. Alcuni tossici, vedendo emergere i caschi gialli da lavoro dal terreno hanno esclamato: “Noi de funghi se son provati e visti tanti, ma de plastica così… mai!”. Molti vip si sono interessati a questa singolare ed efficace tecnica lavorativa. Rocco Siffredi ha detto che un metro di pene… trazione al giorno non la regge nemmeno lui, seppur esperto anche lui nel doppio tunnel. Jovanotti ha detto che “uno fpianare di rufpe cofì” lo ha anche ai suoi concerti. Arezzo quindi continua ad essere la città delle buche, sia orizzontali che verticali. Era comunque dai tempi di quando fallì Banca Etruria che non si vedeva un buco crescere così in fretta; con la differenza che questo va a finire nel sottosuolo e ci lavorano in tanti. Quello di Banca Etruria fu alla luce del sole e nessuno mosse paglia.
Nuove definizioni (con soluzione) del cruciverba aretino: lo puoi fare con gli aranci, coi ginocchi, o con le seghe (sbucciare); maturano tra le mele (cachi); lo fai tra le mele (cachi); nomi osé di funghi e castagne (capelle e brice); all’ospedale rimani a bocca aperta anche se non sei in odontoiatria (al bar). E per finire l’oroscopo: sarete improvvisamente avvolti da grande e ulteriore voglia di bricia… ricordatevi de castralle.