Olio nuovo in salsa aretina, Donald ci ringrazia, Kamala va in convento. Chimera: ecco perchè gli Etruschi la fecero a bocca aperta

Con le prime raccolte delle olive sono andati in produzione e degustazione i primi oli dell’anno e a quanto pare, seppur la resa sia medio/bassa, sia la qualità che la quantità soddisfano abbastanza produttori e consumatori. È chiaro che l’aretino in genere è un ottimo buongustaio dell’olio di oliva, distinguendolo anche nella degustazione e nel condimento. Tra i produttori Vip vanno segnalati la Vice Sindaco Tanti, che essendo abituata durante l’anno a tagliare parecchi nastri è diventata di conseguenza esperta di tagli e potature e quindi un ulivo ben potato produce in maggiore quantità. Leggermente più scarso l’olio del Sindaco Ghinelli in quanto ricco di foglia, il che confermerebbe che spesso il Sindaco ci fa mangiare la foglia a tutti… Da valutare l’olio del PD aretino, che se fa cadere a terra le olive come di solito fa cadere i coglioni, decatti se te basta per condire. L’olio dei Cinque Stelle aretini invece ne subisce in quantità da quando hanno mandato via Grillo, in quanto non essendoci più un grillo, è facile ci sia entrata la mosca. Per il resto rimane storico e radicato il rapporto ulivi/olive/olio/Arezzo. Quando ci si manda a quel paese si dice: “Va a far du frasche”; quando ci fanno una osservazione si risponde: “Ma che vu? Un fiasco d’olio?”; quando si minaccia si dice “te ungo a Comunione”. Oltre al fatto che ad Arezzo esistono buche “extravergini”… nel senso che nessuno ci mette le mani per aggiustarle e che puoi mangiare bruschette all’aglio in quantità, tanto al puzzo de fiato, con le ventate che arrivano ogni tanto da San Zeno, non ci fa caso nessuno.
Dopo il successo alle elezioni Presidenziali in USA, Donald Trump ha mandato ringraziamenti anche in terra aretina. Innanzitutto il cantiere dei lavori di Via Romana, da cui, data la difficoltà a riaprire il varco, vuol prendere ispirazione per blindare le frontiere contro i clandestini dal Messico e poi ha ringraziato gli ideatori delle nostre piste ciclabili, che per colore e soprattutto per larghezza, sono uguali alle sue cravatte. Con la differenza che sulle cravatte di Trump non ci parcheggia nessuno, mentre sulle piste ciclabili cittadine, ci parcheggiano e ci si fermano tutti tranne i treni (se ne fermano pochi anche alla Stazione). Anche la sconfitta Kamala Harris avrà a che fare presto con Arezzo, quando il Partito Repubblicano americano e il Partito Democratico aretino si ritroveranno ad un convegno dal titolo “De due ‘un se ne fa uno” con visita finale ad un monastero per vedere come si fa a prendere i voti.
Continua con successo la Mostra “Vasari il teatro delle virtù” e con essa molti turisti ad ammirare quei capolavori insieme alla Chimera, di cui gli studiosi sono ormai sicuri che gli Etruschi la realizzarono a bocca aperta in quanto in futuro sarebbe rimasta a bocca aperta per la sete, per via delle fontane davanti alla Stazione che, chiuse, non la fanno bere da decenni. Come detto, ottima risposta di turisti, il tutto ad una settimana dall’inaugurazione della Città del Natale che ormai sta prendendo vita, con il montaggio delle ruota e delle casine al Prato (per montare invece i casini, il Comune è aperto tutto l’anno), del villaggio Tirolese in Piazza Grande e dell’ Albero in Piazza Guido Monaco, con ovunque una predisposizione di addobbi al grido di “TIRIAMO FUORI LE PALLE”. Giustamente invece, nelle famiglie, ancora si attende un po’: le palle, se ci sono, o girano o sono girate e nella scatole delle statuine del Presepe le stesse statuine hanno attaccato fuori un cartello con la scritta “Fino all’8 Dicembre non ci rompete i coglioni”. Sarà comunque bello vedere la città splendidamente illuminata, dato che con i nuovi lampioni a led (cosi chiamati perché con quella luce la gente va a leddo presto), in giro è più facile vedere il futuro che vedere la strada.

E per finire il proverbio della settimana: “Ecco lo scherzo aggiornato di questa stagione. Ieri l’altro era da gelato, oggi è da piumone”.

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