Politica, calcio, spazio: donne protagoniste. Ceccarelli, Re Carlo, Martino Gianni e la Tanti

Ma per fortuna la Meloni ha giustamente detto che non ci saranno derive nostalgiche e così sarà anche a Arezzo, che del resto, storicamente derive fasciste non le ha di suo ed è giusto così. Faccetta nera ormai non la canta nessuno, anche se col nero a Arezzo qualcuno ci ha fatto i budelli d’oro. Qui, invece di “A noi!”, si preferisce dire “Ah noe!”; invece di dire “Eia Alalà” si è sempre detto “Eia ala Alò”; per mandare a cacare qualcuno non è necessario usare l’olio di ricino, e al posto dei saggi ginnici, si preferiscono i saggi ai cocomeri o ai poponi (ma anche se è un sinonimo, la Meloni stia tranquilla!). Buon lavoro quindi al futuro Premier e ora per par condicio parliamo dei battuti. Ad Arezzo una batosta politica umiliante così, il Ceccarelli non la prendeva dalla Festa dell’Unità di Castel San Niccolò del 1979, quando arrivò secondo alla gara dell’albero della cuccagna, dove quando salì in cima al palo, non trovò più un prosciutto, ma un paio di scarpe da ginnastica e il numero non era neanche il suo! La presenza delle scarpe è rimasta poi una costante nel tempo , visto che quelli del PD continuano a farsi le scarpe tra di loro. A proposito di PD, visti i tanti voti persi e le tante buche cittadine, è bene che stringano bene e non perdano anche lo specchietto retrovisore di auto o moto, dato che è l’unica cosa a sinistra che gli è rimasto. Anzi, magari vadano a prendere la patente di guida in Gran Bretagna, almeno li, a sinistra, gli tocca andacci per forza!
Anche il grande centro col trio CACARE (CAlenda CArfagna REnzi) è rimasto deluso, e dopo aver sfondato i coglioni in campagna elettorale, non ha sfondato le urne. E quindi, più che un Grande Centro è venuto fuori un centrino, roba da uncinetto insomma. Ma con l’uncinetto si alterna un rovescio ad un dritto, mentre al trio CACARE non ne è andata dritta una e han fatto tutto alla rovescia. Del resto ad Arezzo, per colpire al centro, più che i politici sono meglio i giostratori della Giostra del Saracino (chi più chi meno). Chissà se Martino Gianni, oltre a tornare ad allenare i giostratori a Sant’Andrea, sarà contattato anche dal trio CACARE. Pare però abbia già rifiutato. Martino è preparato per i cavalli, ma per quei tre del Grande Centro ci vuole qualcuno per i somari.
È decisamente stata la settimana delle donne. Infatti per la prima volta una donna Europea comanda la Stazione Spaziale Internazionale; per la prima volta una donna diventerà Premier in Italia e per la prima volta una donna arbitrerà una partita della Serie A di calcio. Ma per noi ad Arezzo non è una novità. In città abbiamo come donna un Sindaco FAFU (Facente Funzione) con la Lucia Tanti che ormai la fascia tricolore è costretta a tenerla sempre in borsa, pronta all’uso, dato che il Sindaco Ghinelli è presente a fasi lunari, e con lui di conseguenza ci si calcola i periodi buoni per partorire o seminare. Ormai la Tanti è dappertutto, pure nei proverbi: “Tanti va la gatta al largo che ci lascia lo zampino” “A chi Tanti e a chi niente”, “Tanti tuonò che piovve”, “Alla fin del gioco, Tanti va nel sacco sia il Re che la pedina” ecc. Quindi, nella settimana delle donne, ci auguriamo che di “prime volte” così ne succedano ancora tante, anzi Tanti.
Ha fatto clamore e piacere la notizia che per contribuire a salvare i lanifici del Casentino, Re Carlo di Inghilterra ha promesso, oltre che di pubblicizzare il prodotto, di acquistare un cappotto in lana di Casentino, dato che tra cappotti nelle ristrutturazioni edilizie coi bonus, cappotti al Saracino e cappotto da mettere in casa per scaldarsi contro il caro bollette, il cappotto appunto è diventato l’indumento del momento. E Sua Altezza Re Carlo pare non si fermi qui! In una intervista dove ha clamorosamente confessato che viene spesso di nascosto a Gragnone a pigliare le ciucche (così si spiegano le gote sempre rosse), ha promesso che oltre al cappotto farà altre spese nell’aretino.
Ecco cosa ci ha detto in una insospettabile e sorprendente cadenza aretina: “Sempre in lana di Casentino comprerò un coltrone per il letto alla mi’ moglie Camilla, ma che la copra tutta, compreso il capo, almeno la notte un me piglia i stolzi a vedella. Sempre alla mi’ moglie, di lana gli compro anche le calze, ma senza elastici, sennò lei si lamenta che gli gonfia le gambe e a me me fa gonfiare i coglioni. Per il mi’ figliolo grande e erede al trono William, a gennaio vengo qua e faccio amazzare il maiale da regalare a lui; così mentre aspetta la corona reale, si allena con la corona de salsicce. Al mi’ figliolo più picino Harry, sempre ricavato dallo stesso maiale, gli regalerò un prosciutto; così sia lui che la moglie Megan potranno prendere qualche fetta de prosciutto dopo aver preso tante fette de coglione!
Per la rubrica: “Grazie al ca@@o” in settimana è emerso uno studio secondo il quale gli aretini usano pochissimo la bici. Considerando che ad Arezzo i percorsi delle piste ciclabili hanno più incroci di un cruciverba, considerando che solo per evitare le buche a forza di slalom è più una pista da sci che una pista ciclabile e considerando che in giro c’è chi usa il monopattino come si usa il decespugliatore, ad andare in bici in città ci vuole un gran coraggio e a volte il ciclo delle mestruazioni mette meno ansia del ciclo a due ruote. E ormai il detto: “l’hai voluta la bicicletta? O pedala!” sta diventando “l’hai voluta la bicicletta? Cazzi tua!”
A richiesta nuove definizioni (con soluzione) del cruciverba aretino: in autunno ci cadono a tutti insieme alle foglie (Coglioni). Ad Arezzo è diventato più facile prendere un’astronave che prendere la… (corriera). Il cappello del monumento a Guido Monaco (piccione). In questo periodo te le ritrovi in casa… anche se non sei spiato (cimici).
E per finire l’oroscopo: “Se per risparmiare sull’elettricità si busserà invece di suonare, e per risparmiare sul gas si busserà dal freddo, gli astri prevedono un inverno tutto da bussare… bene quindi in amore e per chi gioca a tre sette!”.

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