Pullman dell’Arezzo, che livrea!

Momenti di emozione, fino in alcuni casi a sfiorare la commozione, hanno accompagnato a inizio settimana la prima parzialissima riasfaltatura della prima rotonda di Ponte a Chiani.
 
Qualcuno giustamente non ci credeva e pensava ad un colpo di calore, altri immortalavano “l’evento” con foto o video, altri un po’ smarriti, perché quelle buche erano quasi diventate un punto di riferimento. E c’è anche chi, per la soddisfazione, è stato tentato di percorrere più di un giro intero della rotonda, rischiando di sbagliare svincolo e ritrovarsi in direzione Ponte alla Nave, ma la soddisfazione è stata tanta. Il lavoro è stato parziale, una “incaciatina” come diciamo ad Arezzo quando si mette il formaggio nella pasta o quando qualche fiocco di neve colora i tetti. Ma l’impatto emotivo del raro evento è stato forte. Ebbene si, dopo i cerchi nel grano a Creti, i cerchi nell’asfalto a Chiani, a conferma che ad Arezzo di quadrato (tendente al gonfio) ci s’ha solo i coglioni!
Primi segnali di assuefazione al forte caldo da parte degli aretini. Infatti ormai ad Arezzo il caldo ci piglia più a guardare le nuove piste ciclabili, che ancora non sono finite e, di primo acchito, ti viene da vendere la bicicletta. Oppure il caldo ci prende più di quello che è già, nel vedere nei parchi la facilità con cui ci si azzuffa o si spaccia e la conseguente impunità dei colpevoli. Insomma, sarà per via del caldo, ma al fresco non ci va nessuno!
Per fortuna, e nonostante il caldo, Arezzo è affollata comunque di turisti, molti stranieri, alcuni dei quali stazionano in B&B o agriturismi del territorio. Benché essi siano ben messi con la conoscenza della lingua italiana, alcuni modi di dire aretini risultato spesso di difficile interpretazione e quindi, come capita in queste occasioni, il nostro notiziario intende venire loro incontro con la descrizione di alcuni di questi modi di dire:
E TE È VISTO UN BEL MONDO (visione ottimistica delle cose, o abituato bene a situazioni a volte lontane dalla realtà).
MANGECE EL PANE (invito ad una gestione corretta e misurata di qualsiasi risorsa, sia materiale che umana).
A MONCULI (Misteriosa e mitologica località per indicare luoghi o situazioni lontane).
A CAZZO DE CANE (Non c’entra nulla lendocrinologia veterinaria o cinofila; trattasi di comportamenti, dai ragionamenti fino ai parcheggi delle auto, fatti in malomodo).
È COME PICCHIARE UNO CHE CACA (approfittarsi di una situazione in cui l’interlocutore o la controparte non hanno possibilità di reazione).
UNTO A COMUNIONE (non c’entrano nulla le macchie ad un banchetto post cerimonia religiosa; trattasi di persona uscita male da un diverbio o contenzioso fisico).
MANCO CACATO DE STRISCIO (a volte indicato con l’acronimo MCDS). Di persone o cose non coinvolte o ricercate in situazioni, dai saluti fino alle opinioni.
Si svolge al Parco Giotto la classica e bella manifestazione Arezzo Celtic Fest con tante belle attrazioni, costumi e locations che ci riportano ai tempi dei celti, dei romani e degli italici. Con una nota congiunta gli stessi celti, i romani e gli italici hanno fatto sapere che ai loro tempi le strade erano meglio e comunque le buche le tappavano. Belle anche le atmosfere che valorizzeranno danze e cerimonie in vari momenti della giornata, con giochi di fuoco e tornei. Non mancano le attrazioni gastronomiche con cibi su ricette antiche e bevande come sidro, idromele e ippocrasso; se continuiamo a bere quello che ci dicono il Ghinelli dal Comune e il Giani dalla Regione, si potrà bere (e meglio) anche quella roba lì.
Presentato in settimana dalla società amaranto dell’Arezzo il futuro e bellissimo nuovo pullman della squadra. Davvero complimenti perché molto bello e con ovviamente l’intera livrea amaranto e con da un lato la scritta S.S. AREZZO e dall’altro un bellissimo skyline con rappresentati i monumenti cittadini e con sopra la scritta ALÒ CITTI. Se la cosa di questa scritta inerente al pullman dovesse piacere, ne verranno creati altri a tema, anche in quelli delle linee urbane. Ad esempio nella linea di quelli che passano dalla rotonda di Via Fiorentina ci sarà scritto HAN FINITO I GUADRINI; su quelli che vanno al Palazzo del Pero la scritta sarà QUI O SON FUNGHI O È IL FREDDO; su quelli che vanno al Matto verrà scritto ORMAI SON DAPERTUTTO su quello che va al Mazzi o al Torrino verrà scritto MICA SEGHE; su quelli che vanno a Alberoro MEGLIO UNA FETTA DI COCOMERO CHE UNA FETTA DI COGLIONE. Quello che passa da Via Calamandrei sarà invece scoperto come quelli da turismo o corteo celebrativo, per evitare che per via delle buche qualcuno rimbalzi e batta il capo nel tetto.
Celebrata a Parigi l’inaugurazione dei Giochi Olimpici e in molti hanno notato giustamente le copiatura che i francesi hanno fatto al territorio aretino. Tutta la cerimonia è stata più pallosa (non a caso è finita con una palla) dell’albero di Natale di Piazza Guido Monaco; la pioggia l’hanno copiata dalla Fiera Antiquaria; la sfilata dei battelli con le squadre sulla Senna era ripresa pari pari dalla spollinata sull’Arno, la disposizione spaziale dei cinque cerchi era come quella delle 5 rotonde di Ponte a Chiani, la moglie di Macron era vestita coma la povera maga Bonicioli Ariani, e in più han fatto girare la torcia dappertutto a ricordare come a Arezzo girano i moccoli. Ma non sarà che anche ALÒ, che secondo la storia gli aretini copiarono dai francesi, furono loro a copiarlo a noi?
E per finire il proverbio della settimana: Il caldo è nella valle e rimbalza fin sulle rocce, a qualcuno gli suda le palle e ad altre gli suda le pocce”.

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