Versace a Patrizio, il nonno di Re Carlo a Arezzo, “Anfi” finalmente riaperto

Ennesimo investimento industriale per Prada e Patrizio Bertelli, che hanno acquistato Versace, facendo crescere ancora di più un polo di altissima moda. Bertelli ha detto che l’idea per l’acquisto di Versace gli è venuta alla Capannaccia durante una cena di lavoro. A forza di dire ai camerieri “Versace el vino” e “Versace l’acqua”, “Versace l’amaro”, gli è venuto in mente di spostare l’accento dalla E alla A e il gioco era fatto, spostando oltre che gli accenti… anche tanti soldi per l’acquisto, ma facendo crescere un grosso gruppo tutto Italiano tra i marchi di alta moda del mondo. Bertelli ha detto che all’inizio con Versace lancerà la produzione di nuove borse, tra cui anche borse per l’acqua calda e buste da supermercato, modificando il logo da VERSACE a VERSA, se il tappo della borsa dell’acqua calda non chiudesse bene o se la busta del supermercato si bucasse e perdesse liquidi. Ma Bertelli non si ferma qui. I rumors parlano di trattative avviate anche con Giorgio Armani per l’acquisto anche di quest’altro marchio storico, ampliando la produzione anche oltre il settore moda. Se la cosa si farà, verrebbe creata una nuova linea fashion per l’intimo (ARMANI IN MUTANDE), una Card che ti avvisa quando al negozio rimangono poche scarpe del tuo numero o misura (ARMANI SCALZO), una linea di prodotti per utensili per muratura (ARMANI DE STUCCO), un nuovo sistema di pagamento quando leggi quanto hai speso (ARMANI MALE), e una nuova campagna per incentivare i turisti a rimanere più a lungo in città (ARMANI UN ALTRO GIORNO). In questo caso si creerà automaticamente una APP che li avvisa su orari per non perdere bus o treni (ARMANI A PIEDI).
Questa è la giusta, sensata e strategica risposta di Patrizio Bertelli al momento economico, caratterizzato da una tempesta di dazi. Anche perché negli affari, come nella vita, se tutti ti sembrano dazi amari, o se fossero dazi da cacare… non ci son dazi, perché sempre avanti bisogna andare. E usando la rima, se americani e cinesi hanno il dazio, noi abbiamo Patrizio!
Durante la visita a Roma e durante il suo discorso al Parlamento Italiano, Re Carlo III d’Inghilterra ha citato Arezzo e il suo territorio, ricordando suo nonno Giorgio VI in visita alle truppe britanniche presenti nell’aretino durante il periodo bellico della seconda guerra mondiale. E di conseguenza ha quindi poi in segreto espresso il desiderio di visitare il nostro territorio e altrettanto segretamente è stato accontentato e sia lui che la consorte Camilla hanno di nascosto visitato la nostra città, prima dello spostamento del corteo Reale da Roma a Ravenna.
Visitando Piazza Grande è rimasto incantato, ha detto che anche se non è a piombo è più bella di Trafalgar Square, mentre Camilla diceva, con alta espressività di corte: “Bisogna me cavi ste scarpe coi tacchi nuovi sennò va a finire che sdrucchio e dò una boccata in terra”. Giunti al pozzo della Piazza, sempre Camilla ha detto a Carlo: “Anche il tu figliolo Harry è un pozzo, però senza fondo”. A pranzo la coppia Reale ha gustato e apprezzato la nostra cucina, dai crostini fino al dolce. Re Carlo ha apprezzato le pappardelle al cinghiale e ha detto: “E pensare che da noi la caccia se fa alla volpe… ma de volpe ce s’ha poco…”. Mentre Camilla, assaggiando un crostino nero ha sussurrato al marito: “Anche la moglie del tu’ Harry è un crostino nero de niente!”. Poi, dopo una lunga passeggiata in centro, Carlo ha ammirato la bellezza di Arezzo dal panorama della Fortezza, mentre Camilla diceva, sempre con aplombe reale: “Io bisogna che me cavi ste scarpe nuove con sti xazzi de tacchi, che me fiorisce i duroni fra i diti e i lupinelli tra le galloppole.” L’indomani la coppia Reale ha raggiunto Ravenna, ma ancora ricordavano Arezzo. Re Carlo ha detto che invece che in aereo avrebbe preferito raggiungere la Romagna passando dalla E 45, nonostante le buche in quella strada, che in confronto alle buche di Arezzo, secondo il Sovrano, sono un massaggio prostatico. Poi a Ravenna Re Carlo, ammirando i mosaici ravennati ha detto: “A Indicatore ho visto un mosaico più grande di questo, ma almeno voi a Ravenna non chiedete ancora soldi perché c’avete da finirlo…”. Mentre Camilla è stata invitata dal famoso cuoco Massimo Bottura che gli ha fatto preparare e tirare la sfoglia. Camilla si è dimostrata in gamba, dicendo che aveva imparato il giorno prima a Battifolle. E orgogliosa ha detto a Bottura e ai presenti: “Ho cominciato la visita con Mattarella e la finisco col mattarello… Sono brava a fare i maccheroni, ma soprattutto faccio parecchio bene i fischiotti…” E qui il gelo è sceso tra i presenti, con Re Carlo che è diventato ancora più rosso di quello che è di solito ed è corso alla tomba di Dante, dove, seppur simbolicamente, per un attimo si sarebbe voluto sotterrare anche lui!
Finalmente, seppur parzialmente, riapre l’Anfiteatro Romano da quasi due anni chiuso. In questo periodo era stato creato un progetto per la sua riapertura e trattandosi appunto dell’Anfiteatro, al progetto era stato dato il nome ANFI. Le fasi di questo progetto sono state:
“ANFInito i sopralluoghi”, quando si cerca di verificare le piante che perdendo i rami avevano causato la chiusura.
“ANFInito i guadrini, quando misteriosamente erano terminati i lavori”.
“ANFInito de dire le cazzate”, quando non venivano spiegati i motivi del prolungamento della chiusura. Per fortuna sembra che ci siamo. Il Colosseo è popolarmente famoso per non avere le porte, l’Anfiteatro rischiava di diventare famoso per averle sempre chiuse.
E per finire il proverbio della settimana:
“È tutto un pagare, dalla Tari fino ai fossi. Ma i cantieri da spostare ancora nessun li ha mossi”.