Afghanistan, guerra, pace e cooperazione internazionale in vista della marcia Perugia-Assisi. Se ne parla ad Arezzo.
Domenica 10 ottobre, a conclusione della Settimana per la pace, si svolgerà la 60a Marcia Perugia-Assisi della pace. “I Care. Cura è il nuovo nome della pace” è lo slogan con cui si guarda al prossimo decennio: prendersi cura per fermare il cambiamento climatico, per uscire dalla crisi sociale ed economica, per effettuare la transizione ecologica e per prevenire nuove guerre. L’associazione Arci, da sempre animatrice del movimento pacifista italiano, ha deciso di partecipare all’organizzazione dell’evento perugino e di promuovere in varie città italiane, tra cui Arezzo, incontri di approfondimento e riflessione sulle tematiche della marcia stessa.
Per questo sabato prossimo, 9 ottobre, alle ore 18 presso il Centro di Aggregazione Sociale di Tortaia è in programma un incontro dal titolo: “Verso la marcia per la pace Perugia-Assisi: Afghanistan anno zero. Per la pace e i diritti di tutte e tutti”.
All’incontro parteciperanno esponenti di primo piano del mondo della cooperazione internazionale allo sviluppo, Gianluca Mengozzi e Silvia Stilli, figure politiche che da sempre si occupano di questioni internazionale e di diritti, Emma Bonino e Andrea Ferrari, e il giornalista Giuliano Battiston, giornalista esperto di Medio Oriente e di Afghanistan.
“Abbiamo deciso di promuovere questo incontro perché pensiamo che anche ad Arezzo sia arrivato il momento di tornare a discutere di questioni internazionali- ha dichiarato la Presidente dell’Arci di Arezzo Federica Ettori – e lo facciamo in un giorno molto importante: il giorno che precede la marcia per la pace Perugia-Assisi. Con noi figure di primo piano; non solo la Senatrice Bonino da sempre in prima fila per la difesa dei diritti delle Donne, ma anche il giornalista Battiston che con i suoi studi per ISPI e i suoi articoli su Il Manifesto e sul blog Lettera 22 ha contribuito all’approfondimento su quanto sta avvenendo nel Paese mediorentale. E lo facciamo – conclude Ettori- con la consapevolezza che l’unica strada per risolvere le problematiche internazionali e il riconoscimento dei diritti di tutte e tutti sia la pace, la diplomazia e la cooperazione”.