Antenna di Via Sicilia, la richiesta: “Il Comune riconosca i suoi errori e risolva”

“I residenti, una mattina di fine gennaio, si sono svegliati e hanno visto le ruspe scavare, poi il getto di un plinto in cemento armato per una antenna della telefonia  di rilevanti dimensioni. La loro iniziativa immediata ha fatto sospendere temporaneamente i lavori per la necessità di una integrazione del parere di Arpat. L’assessora Lucherini si dice contenta di questa sospensione, che durerà qualche settimana, e così prende nuovamente in giro gli abitanti.

Il Comune dovrebbe invece riconoscere le proprie responsabilità in questa situazione e individuare una soluzione.

La prima colpa del Comune è di non aver informato la popolazione interessata quando è pervenuta la richiesta della società Inwit che prevedeva il sito di Via Sicilia.   Ormai è una consuetudine: le parole informazione preventiva e partecipazione non fanno parte del vocabolario di questa amministrazione, salvo poi essere costretta a  confrontarsi quando i cittadini si mobilitano. La legge regionale sulle telecomunicazioni prevede espressamente la trasparenza, l’informazione e la partecipazione dei cittadini interessati rispetto ai programmi di sviluppo annuali presentati dai gestori (art. 9 Legge Regione Toscana n. 49/2011).

La seconda colpa del Comune è quella di non aver sospeso la richiesta del gestore per provvedere prima ad aggiornare il piano della localizzazione delle antenne. L’ultimo piano comunale è del 2017, è scaduto da tre anni, ma deve essere integrato annualmente di fronte a nuove richieste dei gestori, individuando le opportune localizzazioni.

Aver concesso l’autorizzazione all’impianto a metà dicembre, senza aver convocato i gestori, integrato il piano e individuato soluzioni alternative, è stata una grave mancanza e sottovalutazione della problematica, dei suoi impatti sul quartiere, dal punto di vista della  preoccupazione per la salute e per la vivibilità.

Arezzo 2020 per cambiare a sinistra ritiene che a questo punto  la Giunta comunale, inadempiente anche alla luce della legge regionale, debba riparare e fare quello che non ha fatto a ottobre: nel riconoscere che doveva operare diversamente, deve convocare il gestore, revocare il procedimento concesso in vista  di un celere aggiornamento del piano delle antenne comunali, e comunque prospettare al gestore una localizzazione diversa e  meno impattante per la popolazione”.

Arezzo 2020 per cambiare a sinistra

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