Arezzo, in Consiglio comunale viene a mancare ancora il numero legale
Approvata dal Consiglio comunale di Arezzo la variazione di bilancio dibattuta nella scorsa seduta grazie alla quale l’amministrazione comunale procede all’applicazione di una quota di avanzo libero, pari a circa 7 milioni di euro, e di una quota di avanzo destinato agli investimenti pari a circa 1.700.000 euro.
Tra le voci interessate, l’incremento delle risorse per procedere all’intervento sullo snodo viario tra via Fiorentina e la tangenziale urbana. Lo scorso 13 giugno al momento della votazione non si era registrato il numero legale. La delibera ha ottenuto voti 20 favorevoli e 9 contrari.
Il Comune di Arezzo si dota inoltre del garante dei diritti degli operatori del sistema penitenziario e delle persone private della libertà personale. Una proposta d’iniziativa consiliare firmata dai capigruppo di maggioranza e illustrata da Simon Pietro Palazzo. All’istituzione di quest’organo monocratico seguirà il relativo avviso pubblico grazie al quale i cittadini con specifici requisiti potranno candidarsi a ricoprirlo: tra gli altri, laurea ed esperienza quinquennale nella realtà carceraria. Non sono eleggibili i cittadini che ricadono in condizione di ineleggibilità per la carica di consigliere comunale. La carica è incompatibile con quelle di sindaco, assessore e consigliere comunale. Il garante decade nel caso in cui si candidi a qualsiasi carica elettiva. La sua durata è di 5 anni rinnovabile una sola volta. Opera per migliorare le condizioni di vita di tutto il personale penitenziario e delle persone sottoposte a misure carcerarie, relaziona al sindaco ogni anno sulla sua attività, svolge la sua funzione a titolo gratuito.
Per Donella Mattesini “gli operatori hanno già il loro sindacato che si occupa di contrattazione collettiva: la nuova figura non confligge con il ruolo di queste organizzazioni? Per i detenuti, inoltre, esiste la magistratura di sorveglianza che si occupa di misure alternative. Il carcere di Arezzo aspetta ancora di essere ristrutturato, con soli 26 posti disponibili su 40 teorici. Arezzo rischia di perdere la casa circondariale e questo significherebbe spostamenti impegnativi per avvocati e familiari”.
Per Michele Menchetti “ben vengano queste figure ma pretendo un contatto più solido e diretto con il Consiglio Comunale” mentre per Alessandro Calussi “avere un garante comunale significa per il detenuto avere un punto di riferimento e tutela in più. Lo stesso tribunale di sorveglianza verifica la procedura esecutiva della pena ma non può intervenire se il detenuto vive un problema dentro al carcere”. Per Francesco Palazzini “la delibera si muove in sintonia con i recenti provvedimenti del governo come, ad esempio, la previsione di 1.700 operatori carcerari in più in tutta Italia”. Roberto Cucciniello ha dichiarato la sua non partecipazione al voto perché “contrario alla figura dei garanti di qualsiasi tipo: nel momento in cui li istituiamo prendiamo atto perlomeno del fallimento di un’architettura istituzionale e legislativa che a mio modo di vedere, invece, offre già sufficienti garanzie”. Analoghe considerazioni per Egiziano Andreani che ha annunciato la sua astensione. La pratica è stata approvata con 16 voti favorevoli e 13 astenuti.