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giovedì | 26-12-2024

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Basanieri: “Il mio impegno per donne con ruoli migliori, certificazione di parità, infrastrutture sociali e digitali”

P.B. Non tutti conoscono i compiti della Commissione Pari opportunità potresti brevemente elencarli?
Francesca Basanieri: La Commissione Pari Opportunità è un istituto regionale di tutela e garanzia che ha compiti sia consultivi e di proposta nei confronti degli organi regionali sia di controllo e monitoraggio sulle politiche degli stessi.
P.B. Tra i gruppi di lavoro della commissione ce ne sono due particolarmente importanti, anche alla luce del dopo pandemia, che ha visto penalizzato in particolare il lavoro femminile: Il gruppo Lavoro – Formazione – Imprenditoria femminile e quello per la Cittadinanza attiva, politiche sociali e politiche territoriali. Quali saranno gli impegni futuri in questa direzione?
Francesca Basanieri: In effetti sono i due settori su cui mi vorrei concentrare di più perché ritengo che possano rappresentare realmente una nuova e vera ripartenza per le donne. Il mondo del lavoro tutto, dalla formazione alla pensione, deve avere maggior interesse da parte della politica. La pandemia ha reso più evidente la fragilità del sistema nei confronti delle donne: il 98% dei disoccupati creati dalla pandemia sono donne e questo perché hanno lavori spesso precari, sottopagati, stagionali. Mentre io ritengo che il lavoro sia uno strumento fondamentale di emancipazione e di autonomia personale e sociale della donna che può migliorare il rapporto tra conviventi all’interno della famiglia e costruire la giusta condivisione di responsabilità nei diversi aspetti della vita familiare a partire dalla genitorialità. Il lavoro deve essere scelto, le donne non lo devono subire, il lavoro deve poter essere mantenuto lungo tutto l’arco della vita indipendentemente dal farsi una famiglia o dal fare dei figli, deve essere pagato allo stesso modo di un uomo e con le stesse responsabilità di un uomo; la diffusione dello smart working, in questo senso ci può dare una mano: non conta più quanto tempo lavori ma come lavori. Per questo è giusto investire con idee, proposte e risorse sia sulla formazione affinché le donne possano scegliere il lavoro che desiderano non quello imposto dalle necessità di cura o indotto da stereotipi sia sulle tutele delle lavoratrici siano esse dipendenti che libere professioniste o imprenditrici.
Nei territori, invece, è necessario costruire le giuste infrastrutture sociali (asili, scuole a tempo pieno, centri diurni per anziani) e digitali affinché la gestione, condivisa, delle esigenze familiari e la conciliazione dei tempi vita-lavoro siano migliori.
E queste opportunità che ci vengono anche dal PNRR le dobbiamo declinare sulla realtà Toscana, solo così le risorse possono realmente diventare una grande opportunità. Dobbiamo calare gli obiettivi europei nella quotidianità delle donne toscane; comprendere, ad esempio, cosa serve alle nostre imprenditrici o come poter creare infrastrutture sociali adeguate anche nei piccoli borghi o nei territori di montagna di cui la nostra Regione è piena.
Se riusciremo ad intercettare esattamente questi bisogni e dare risposte adeguate alle nostre donne il mondo post Covid potrà essere realmente migliore per noi tutte.
P.B. Non ritieni che trattandosi di una commissione per l’attuazione dell’uguaglianza tra i generi sia per così dire incongruo che ne facciano parte solo donne non sarebbe bene avere anche degli uomini, non la vivi come una sorta di riserva indiana?
Francesca Basanieri: In un mondo ideale la Commissione Pari Opportunità non dovrebbe neanche esistere perché il mondo politico, sociale ed economico dovrebbe considerare le persone in quanto tali “senza distinzione di sesso, razza…” come cita l’art 3 della nostra Costituzione. Così ancora non è, per questo la Commissione rappresenta quello sguardo di genere – dunque lo sguardo delle donne – sulla realtà che, per adesso, ha bisogno di una spinta e di una rappresentanza per affermarsi e trovare spazio ma che nel futuro, spero prossimo, sarà incluso naturalmente in ogni azione di interesse collettivo.
P.B.  La nuova regolamentazione della Commissione pari opportunità si inserisce nel più ampio contesto degli interventi del legislatore regionale a favore della effettiva parità tra i generi in questo senso la comunità LGBT è rappresentata? E se non lo è perché non fare una battaglia affinché abbiano una loro autonoma rappresentanza?
Francesca Basanieri: Le nostre battaglie e le nostre istanze sono le istanze per la parità di diritti e questo comprende anche, e non solo, la comunità LGBT.
P.B. Ritieni che il PD, come dicono in molti, sia troppo schiacciato sui temi dei diritti civili e abbia perso di vista i temi sociali?
Francesca Basanieri: Un partito di centro sinistra europeo come il PD non può e non deve prescindere dalla battaglia sui diritti civili e sulle disuguaglianze. E’ ormai dimostrato che una società dove tutti hanno pari diritti e pari opportunità di fare quello a cui possono “ragionevolmente aspirare” come dice Amartya Sen, non solo è una società più equa e giusta ma anche più ricca ed economicamente più attiva perché le idee hanno la possibilità di circolare liberamente e di contaminarsi. I temi sociali, dunque, non sono in contraddizione con i diritti civili ma ne sono strettamente connessi e devono andare di pari passo. Quello che il PD deve fare meglio, a mio avviso, è innanzitutto far comprendere questo legame imprescindibile tra diritti sociali e civili e, parallelamente, portare avanti con la stessa forza e visibilità mediatica usata per i diritti civili anche i temi sociali che opprimono la vita quotidiana dei cittadini.
P.B. Tre obiettivi che ti piacerebbe raggiungere in questa legislatura come presidente?
Francesca Basanieri: Più donne toscane che lavorano con ruoli e stipendi migliori: una “certificazione di parità” per la aziende pubbliche e private della Regione Toscana che attesti il grado di parità all’interno dell’azienda (numero di donne che lavorano, tempo del contratto, stipendi, ruoli di responsabilità).
Un maggior numero di infrastrutture sociali e digitali diffuse su tutto il territorio toscano in particolar modo nelle aree interne magari gestite da donne o dove le donne hanno un ruolo importante
Ampliamento della rete in difesa delle donne vittime di violenza: tutte le donne che subiscono abusi devono poter essere tutelate e difese.
P.B.  Una domanda che non c’entra niente con il tuo nuovo incarico ma non puoi esimerti: come vedi la situazione politica a Cortona e più in generale in provincia di Arezzo? Il PD ha perso quasi tutto c’è una ricetta per uscirne?
Francesca Basanieri: Non ho una ricetta ma ritengo che se ne può uscire solo se ci riconnettiamo alle persone attraverso temi e problemi. Non esiste più l’impegno politico che esisteva una volta in cui le persone sentivano l’esigenza di partecipare alla vita della comunità attraverso l’appartenenza ad un partito. Oggi la società è più frammentata e l’unico modo per intercettare le persone è rispondere alle loro richieste di aiuto e comprenderne i bisogni trovando soluzioni concrete attraverso i nostri rappresentanti istituzionali ma anche attraverso la capacità di ascolto e la presenza. Il centro destra, nazionale e locale, ha la capacità di intercettare i problemi ed “enunciarli” ma alla prova dei fatti non li risolve. Noi abbiamo perso, in parte, questa capacità di intercettarli ma abbiamo esperienza e cultura politica per risolverli. Ci dobbiamo dare a fare con tanta umiltà e passione.

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