Che cosa sta succedendo nel territorio aretino?
Con questa caduta libera, se non apriamo il paracadute, nei prossimi anni rischiamo di farci veramente male. Il tema riguarda tutti, dalla politica alle categorie economiche, dalle forze sociali alle associazioni.
Io credo che molto dipenda dal fatto che la politica, quella con la P maiuscola, quella che dovrebbe governare i processi di trasformazione, perché è fuor di dubbio che la società aretina sia cambiata nel profondo, non è stata in grado di essere un punto di riferimento e di guida.
Assenza di ideali, assenza di visione, molti selfie e poca sostanza. Tanta incompetenza nascosta sotto il velo dell’arroganza e della protervia.
Arezzo soffre terribilmente questa insufficienza. Soffre anche di tanto conservatorismo e il conservatorismo non appartiene solo alla destra, esiste anche un conservatorismo di sinistra che non riesce a liberarsi da stereotipi e preconcetti. Ci vorrebbe un piano regolatore delle priorità: infrastrutture, welfare, nuove tecnologie, capacità di affrontare i tempi attuali scanditi dalla informatica e dalla intelligenza artificiale.
Ci vogliono grandi idee per un territorio che è grande per la sua storia, le sue competenze, le sue specificità produttive e invece per ogni dove le amministrazioni sono diventate grandi agenzia di promozione. Risultato: i dati anno per anno peggiorano.