Coronavirus, Comanducci scrive a Franceschini: “Campagne di promozione per salvare turismo italiano”
“Spettabile Ministro del Turismo Franceschini,
ben vengano gli incentivi fiscali alle aziende del comparto turistico colpite duramente dagli effetti del coronavirus, ma purtroppo questa volta non basteranno a salvare migliaia di aziende e posti di lavoro. Azioni sovradimensionate e una pessima comunicazione (nessuno crede che Codogno abbia più infetti di Londra o Parigi) hanno veicolato un’immagine fortemente negativa del nostro Paese in tutti i media mondiali generando paura, ansia e terrore, sentimenti che di certo non si sposano con il turismo.
Le aziende hanno solo bisogno di tornare a lavorare e l’unico modo per recuperare la fiducia in tempi brevi è puntare proprio su quello che non ha funzionato, la comunicazione.
Chiamiamo uno dei tanti talenti italiani, un regista, un creativo, un digital maker, un influencer oppure – perché no – chiamiamoli tutti (si ricorda ‘USA for Africa’ con ‘We are the word’ negli anni ’80) e generiamo una o più campagne di promozione del Paese in tempi record. Il Governo si faccia carico di investire per trasmettere il messaggio in quanti più Paesi possibili (del resto gli altri lo fanno da tempo, nelle nostre tv passano spesso spot di Israele, Slovenia, USA eccetera) e invertiamo il prima possibile il sentimento di paura.
Tenga poi conto che le aziende turistiche regionali o territoriali che investono in marketing e comunicazione turistica spesso si finanziano con la tassa di soggiorno. Se nel 2020 ci sarà il crollo delle presenze, non ci saranno neppure le economie per fare quello che veniva fatto ogni anno. Pensi subito ad incentivi mirati esclusivamente alla promozione turistica da dare in tempi strettissimi alle tante Dmo, Dmc, Apt e enti locali, in modo da mettere in campo una strategia comunicativa sia nazionale – attraverso il Governo – sia territoriale attraverso gli enti dedicati.
E poi serve coraggio e dobbiamo varare una legge ‘sblocca turismo’, togliendo gli assurdi limiti amministrativi e creando delle norme ad hoc che permettano a tutte le istituzioni pubbliche di dialogare con gli attori del turismo con un linguaggio moderno e flessibile; azioni di digital strategy, marketing territoriale o advertising devono avere percorsi facilitati e logiche meno burocratiche. Il turismo corre, noi no.
Mi creda Ministro: servono azioni concrete, non bastano incentivi su tasse e sgravi fiscali. Serve che il Paese ritrovi fiducia, serve che prima possibile si torni alla normalità e questo può essere fatto solo attraverso campagne di marketing e comunicazione e snellimenti burocratici. Tutto il resto allunga solo l’agonia di tante aziende che oggi non sanno se arriveranno a fine 2020″.