Donati e Sileno sulle fondazioni: “Hanno natura pubblica, devono sottostare a controlli trasparenti”

“Noi abbiamo forti dubbi sul modo in cui le fondazioni sono state gestite finora, praticamente senza controllo del Consiglio Comunale. E dunque riteniamo necessario chiedere chiarimenti. Ci sostiene soprattutto una sentenza della Corte dei Conti presa a sezioni riunite, quindi nella massima espressione della sua autorevolezza, la numero 1 del gennaio 2020 dove praticamente si afferma che una fondazione è ‘organismo di diritto pubblico’ se ha tra i soci fondatori enti pubblici, Stato, Regione o Comune, persegue rilevanti interessi pubblici e percepisce contributi pubblici che ne caratterizzano la gestione. È quanto accade per le fondazioni aretine. Dopo di che esiste un’altra autorevole giurisprudenza, sia comunitaria sia della Corte di Cassazione, peraltro sempre a Sezioni Unite. Giurisprudenza che conclude, coerentemente, sostenendo che l’esistenza del controllo pubblico non può limitarsi a un esame meramente formale sulla carta ma deve spingersi a verificare se i poteri, di cui una pubblica amministrazione è titolare, siano effettivamente, stabilmente e permanentemente esercitati in modo da consentire a tale amministrazione di incidere, in modo sostanziale, sulla definizione e sulla realizzazione degli obiettivi.
Ora: il bilancio della Fondazione Guido d’Arezzo, pubblicato sul suo sito, presenta entrate caratterizzate per la maggior parte da contributi del Comune e lo stesso può dirsi per la Fondazione Arezzo Intour. Di conseguenza, come possiamo considerare entrambe come soggetti in cui la presenza di una pubblica amministrazione non è condizionante? Come possono essere annoverate tra gli enti del terzo settore e dunque non essere sottoposte, ad esempio, ai controlli di un Consiglio Comunale, all’applicazione del codice degli appalti o alle norme che disciplinano i concorsi per l’assunzione del personale e delle figure apicali? Questi dubbi, ma soprattutto le sentenze di cui disponiamo intendiamo metterle a disposizione dell’amministrazione comunale. Magari alla luce delle stesse, quest’ultima porrà alla Corte dei Conti la domanda cruciale su come comportarsi”.

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