Draghi si è dimesso, verso elezioni ad ottobre. Le reazioni

Il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani è intervenuto attraverso i propri canali social:

Grazie al Presidente Draghi per aver dato autorevolezza al Paese assumendo decisioni importanti nell’interesse dei cittadini. Fargli venire meno la fiducia è da irresponsabili!

Le reazioni degli esponenti politici aretini

Nella serata di mercoledì erano intervenuti sia il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, sia il dirigente di Fratelli d’Italia Francesco Macrì.

Il sindaco di Arezzo ha rinnovato la stima nei confronti di Giorgia Meloni, ma ha rivendicato anche la sua scelta di aver firmato l’appello per far restare il Presidente del Consiglio ancora in carica.

In merito all’intervista pubblicata questa mattina dal quotidiano La Stampa rinnovo e confermo la stima nei confronti di Giorgia Meloni che, come ho dichiarato, ha tutte le carte in regola per assumere incarichi istituzionali di assoluto rilievo. Ho firmato l’appello a Draghi perché rimanga fino a primavera 2023 perché in questo momento i comuni italiani che hanno sulle spalle l’impegno per investire 240 miliardi di euro entro il 2026 non possono permettersi battute d’arresto. Quello che ho detto è che temi come ambiente, sostenibilità, cambiamenti climatici, che a mio avviso sono prioritari nell’agenda politica dei prossimi anni non hanno al momento il giusto spazio nel programma politico di Fratelli d’Italia. Da qui il mio appello a Giorgia Meloni di entrare di più dentro a questi temi, e cavalcarli politicamente da un’ottica di centrodestra. Tutto qui.

Il dirigente aretino di Fratelli d’Italia, Francesco Macrì, si è rivolto direttamente a Giorgia Meloni in un suo post su Facebook:

Cara Giorgia Meloni hai ragione:
Andiamo a votare, è meglio. Per tutti
La giornata di oggi porta due convinzioni: non è vero che dopo Draghi ci sia il diluvio e se la classe politica che ci deve governare è quella che stiamo vedendo, allora il voto è indispensabile.
Sgombriamo il tavolo dalle carte false:
il rischio di perdere i fondi del PNRR, senza Draghi, è semplicemente una bufala. Ormai le procedure sono avviate e incanalate in un percorso stabilito, peraltro dichiarato dallo stesso Draghi. La verità?
E’ la continuità di questa maggioranza che mette a rischio i fondi del PNRR.
Questi sono legati alla riforme e una maggioranza arcobaleno dove coesistono tutto e il contrario di tutto non crea le condizioni per riforme serie e strutturalmente necessarie al paese. Ministeri con ministri, vice ministri e sottosegretari che la pensano in maniera totalmente opposta fra loro non facilita l’attuazione dei progetti. Prova ne sono i tanti decreti attuativi necessari a dare gambe ai progetti e alle leggi che sono incagliati all’interno dei ministeri.
Quella di stamani è la fotografia politica del paese. Draghi non riesce ad avere una maggioranza politica degna di questo nome e coesa. Ed ecco la sostanziale richiesta di pieni poteri con l’abdicazione da parte della politica e l’affermazione del sillogismo in base al quale l’assenza di Draghi è il fallimento del paese.
E’ una tesi che molti sindaci hanno sostenuto con convinzione e altri con un pizzico d’ingenuità che forse restituisce ai mittenti le critiche rivolte a Giorgia Meloni.
Draghi non può chiedere pieni poteri perché non è stato votato dai cittadini e nemmeno dai sindaci.
Se il Presidente del Consiglio si sente obbligato a trovare le ragioni del suo ruolo non nei partiti che glielo hanno assegnato ma nei cittadini, allora Fratelli d’Italia ha veramente ragione: facciamo decidere i cittadini. Subito.
 

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