Emergenza sicurezza ad Arezzo. Ceccarelli, De Robertis, Ralli e Brandi all’attacco: “Per la destra è un problema solo quando è all’opposizione”

La misura è colma“, tuonano gli esponenti del Partito Democratico aretino, in riferimento all’aumento del numero di reati nel territorio aretino. A preoccupare gli esponenti Dem, in particolare, l’ennesimo furto perpetrato ai danni di un’azienda orafa. Ceccarelli e De Robertis, in particolare, chiedono che “la sicurezza per le aziende orafe diventi una priorità per il governo”

Luciano Ralli, del gruppo consiliare Pd, ha presentato un’interrogazione nell’ultimo consiglio comunale alla giunta Ghinelli sulla sicurezza nella comunità̀ aretina. Con l’ultima rapina di ieri siamo già a 21 furti quest’anno, nel mirino le aziende orafe. Inoltre sono in crescita tutti i reati. La provincia di Arezzo è passata, quanto a criminalità̀, dal 71° al 52° posto in Italia. “Dopo quasi un decennio di amministrazione di centrodestra e due anni di governo nazionale di analoga maggioranza, la percezione di insicurezza è aumentata, nonostante le numerose promesse di rafforzamento della sicurezza cittadina – commenta Ralli. Sono consapevole che i dati si riferiscono all’ambito provinciale ma il peso del comune di Arezzo è predominante. E so altrettanto bene che il Comune non è l’unico attore responsabile in tema di sicurezza, poiché questo richiede la collaborazione di istituzioni a diversi livelli, comprese le forze dell’ordine e gli organi di governo regionale e nazionale. Ma tra queste nostre consapevolezze e il nulla dell’amministrazione comunale di centro destra, il passo è lungo”.

Luciano Ralli ricorda che “le misure di sicurezza messe in atto fino ad oggi si sono dimostrate inefficaci nel contrastare questa ondata criminale tanto che sale alto la richiesta di aiuto degli orafi che per voce della presidente della consulta degli orafi chiedono di non dover loro organizzare addirittura ronde notturne o richiedere l’intervento addirittura dell’esercito”.

Nella sua interrogazione, Ralli chiede quindi alla giunta Ghinelli

“quali sono le misure concrete adottate dalla giunta comunale, in collaborazione con le altre istituzioni, per fronteggiare la situazione di insicurezza crescente. Quali iniziative sono state discusse o si intende discutere presso il tavolo istituzionale della sicurezza per affrontare l’aumento dei furti, delle violenze e degli altri reati sopra menzionati. Se sono previste nuove risorse o interventi mirati per la protezione delle aziende orafe e delle zone particolarmente colpite dai furti. Infine, quali azioni si stanno intraprendendo per sensibilizzare la popolazione e promuovere una maggiore collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine per contrastare i fenomeni di criminalità e aumentare la sicurezza urbana”.

Ceccarelli e De Robertis, Consiglieri regionali PD:  “Sicurezza per le aziende orafe diventi una priorità per il governo: il PD chiede interventi immediati e stop a spese inutili all’estero”.

“Basta propaganda sulla sicurezza. Invece che spendere soldi in Albania il Governo rafforzi la sicurezza per i cittadini qui in Italia. Per le aziende orafe del comparto produttivo della Provincia di Arezzo è una vera emergenza che non può essere rimandata.”

Con queste parole i Consiglieri Pd Vincenzo Ceccarelli e Lucia de Robertis, intervengono nuovamente, anche a seguito dei recenti fatti di cronaca avvenuti a danno di aziende orafe del comprensorio di Arezzo per ribadire l’urgenza di sicurezza che emerge dai territori e alla quale il Governo non sta dando risposte.

“La tutela e la sicurezza del settore orafo è fondamentale per l’economia di Arezzo e di tutta la provincia. Devono essere individuate misure in grado di garantire la sicurezza degli operatori e delle stesse aziende partendo dal rafforzamento degli organici delle Forze dell’Ordine. Il Governo deve intervenire con urgenza.

E’ paradossale che lo Stato spenda circa un miliardo di euro per costruire dei centri che somigliano a campi di prigionia in Albania, con modalità e riferimenti legislativi quando meno discutibili, e si abbandoni a se stessa la vera sicurezza nei territori. Questo è ciò che emerge chiaramente dalle azioni del governo Meloni. La provincia di Arezzo, nota per la sua eccellenza orafa, ha subito negli ultimi anni un significativo aumento delle rapine ai danni delle attività di settore. Questi episodi rappresentano una ferita non solo per il tessuto economico locale, ma anche per la sicurezza percepita dai cittadini. Desideriamo esprimere solidarietà e vicinanza a chi ha subìto rapine ed alle forze dell’ordine che con pochi mezzi fanno il loro lavoro. Mentre il governo centrale non ha ancora messo in campo misure adeguate per rafforzare la sicurezza dei territori e sostenere il comparto orafo, la Regione Toscana si è distinta per un approccio proattivo.

A testimonianza di questo impegno, proseguono Ceccarelli e De Robertis, ricordiamo che nel luglio scorso abbiamo presentato una mozione in consiglio regionale proprio per sollecitare gli interventi del Governo in questo settore, ma non sembra che sia stata ascoltata. La Regione nel frattempo ha fatto la sua parte, nell’ambito delle proprie competenze. Ricordiamo che ha investito quasi 2 milioni di euro negli ultimi due anni per implementare sistemi di videosorveglianza in 70 comuni della regione, offrendo un supporto concreto per il controllo e la prevenzione della criminalità. Questo intervento si affianca ad altre misure regionali volte a tutelare l’economia locale e la sicurezza dei cittadini, dimostrando come la Regione sia in prima linea per colmare le lacune lasciate dall’esecutivo nazionale.

È fondamentale, concludono i consiglieri PD, che il governo centrale risponda con azioni concrete e coordinate per affrontare l’emergenza sicurezza e sostenere le comunità più esposte a fenomeni criminali. Solo unendo gli sforzi sarà possibile garantire un ambiente più sicuro e sostenibile per tutte le industrie toscane a cominciare dal comparto orafo aretino.”

Paolo Brandi, consigliere provinciale e comunale di Castiglion Fiorentino, parla di “Assalto al distretto orafo aretino”

“Nessuno vuole alimentare paure o tensioni, epperò le cose vanno dette per quelle che sono.
Questa storia degli assalti alle aziende orafe aretine sta diventando un’emergenza.
Lo dicono i numeri: 3 nel 2022, 7 nel 2023 mentre nel 2024 ad ottobre eravamo già a17, cui si aggiungono quelli degli ultimi giorni.
Se poi a tutto questo sommiamo episodi di violenza di ogni tipo, in particolare nel capoluogo ma non solo, i tentativi di truffa a danni degli anziani e i furti nelle case è normale che tra la gente cresca il senso di insicurezza.

Polizia e carabinieri stanno facendo il massimo con gli uomini e i mezzi che hanno a disposizione però non basta.
Occorrono risposte molto più forti e incisive da parte del governo nazionale perché il distretto orafo aretino è tra i più importanti d’Italia e non può essere lasciato in balia dei criminali.
I vertici al Viminale, sbandierati come la soluzione, sono utili se producono effetti concreti, altrimenti sono passerelle. Ci vogliono più uomini sul territorio e la capacità investigativa di stroncare questa escalation.

Ma siccome il territorio è vasto non basterebbe un esercito ed allora la politica deve fare la sua parte e non nascondersi dietro a un dito. Cosa vieta di prevedere contributi alle aziende e alle famiglie per far installare sistemi di difesa passiva? Cosa vieta di utilizzare anche la polizia locale per il controllo del territorio?
Chi fino ad oggi ha sbandierato la sicurezza come un’arma di propaganda elettorale è bene che passi dalle parole ai fatti. Perché, non mi stancherò mai di ripeterlo, la sicurezza non è di destra o di sinistra, è un diritto dei cittadini, specialmente di quelli più deboli”.

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