Negli ultimi giorni, l’area Ex Lebole è tornata al centro dell’attenzione pubblica, con vari interventi provenienti dall’attuale proprietà, dai membri della giunta comunale e della maggioranza. Questo spazio rappresenta da tempo una questione critica per la città di Arezzo, coinvolgendo temi che spaziano dalla sicurezza al degrado urbano, fino alla pianificazione territoriale.
Con i suoi oltre 170.000 mq, l’area Ex Lebole è una risorsa strategica per Arezzo. “Il problema – ad avviso di Luciano Vaccaro – non si limita solo al degrado visibile, ma si estende a un quadro complesso che diverse amministrazioni hanno tentato di affrontare, purtroppo senza esiti concreti. Un’area di tale rilevanza, lasciata in stato di abbandono, è insostenibile per una città che ambisce a crescere come meta turistica, ridisegnare i propri confini e affrontare le sfide del futuro in modo sostenibile.
È ora di superare gli slogan e affrontare con serietà la pianificazione di questa area, coinvolgendo tutte le realtà economiche e sociali di Arezzo. La posizione strategica, vicina a infrastrutture chiave come la ferrovia, offre opportunità che devono essere esplorate con grande attenzione.
Tre aspetti fondamentali devono essere considerati nel contesto di questa sfida urbanistica:
-
Ampiezza e Impatto: Con i suoi 170.000 mq, l’area Ex Lebole richiede scelte progettuali che vadano oltre le semplici misure comunali. È cruciale coinvolgere tutti gli attori economici e sociali della città per garantire una pianificazione condivisa e sostenibile.
-
Riutilizzo e Degrado: Le dimensioni dell’area non permettono soluzioni superficiali come ordinanze temporanee. Serve una strategia integrata che prevenga la ghettizzazione e promuova la rigenerazione e valorizzazione dello spazio.
-
Pianificazione Territoriale: Grazie alla sua posizione strategica e alle infrastrutture esistenti, è possibile considerare soluzioni innovative compatibili con una pianificazione territoriale lungimirante e sostenibile.
Come ha ricordato il proprietario Carrara, l’area è stata trascurata durante i 9 anni di governo di Ghinelli. Per questo motivo, come forza di minoranza che si propone di guidare la città, riteniamo fondamentale coinvolgere anche altri enti pubblici, in primis la Regione, per riflettere sulla destinazione di questo spazio, puntando a creare strutture di servizio di rilevanza regionale e nazionale.
È tempo di abbandonare idee superate e lavorare insieme, senza pregiudizi ideologici, per una pianificazione urbana che risponda alle reali esigenze della città di Arezzo e dei suoi cittadini. Il futuro di Arezzo deve essere costruito su basi solide, con una visione che guardi oltre il presente, verso uno sviluppo sostenibile e inclusivo”.