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venerdì | 25-04-2025

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Giani a Sant’Anna di Stazzema per il 25 aprile: “Oggi Resistenza è difendere la Costituzione”

Il presidente della Toscana ha partecipato alla commemorazione, nel luogo dove 560 persone inermi furono uccisi dai tedeschi con la complicità dei fascisti italiani. “Sulla Resistenza e sul ricordo di quelle stragi poggia la carta costituzionale italiana”.

Il 25 aprile rappresenta l’antifascismo su cui è costruita la Repubblica italiana. “E celebrarlo qui, a Sant’Anna di Stazzema – sottolinea il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani – vuol dire coltivarne la memoria e non dimenticare, partendo dalle vite che si sono incrociate con la Storia, quella con la “S” maiuscola, e che da quest’ultima sono state cancellate: senza colpa, come nel caso delle 560 persone inermi trucidate senza pietà qui nel paese con la complicità e la partecipazione di fascisti italiani”.

“A Sant’Anna di Stazzema – afferma il presidente Eugenio Giani – siamo in migliaia, il borgo è pieno. Con noi anche Pierluigi Bersani, una partecipazione senza precedenti”.

Sant’Anna era considerato un luogo sicuro e molti erano sfollati lì, in montagna, dalla costa. A Sant’Anna, dove oggi il presidente della Regione Toscana ha partecipato alle celebrazioni per gli ottanta anni dalla liberazione d’Italia dal nazifascismo, i tedeschi massacrarono e uccisero chiunque: con le raffiche delle mitragliatrici, con colpi di pistola a bruciapelo, con i lanciafiamme, infierendo sui corpi dei bambini e sulle donne in dolce attesa. Non fu una rappresaglia, semmai un modo per tagliare i ponti tra popolazione e partigiani, sicuramente un eccidio pianificato a tavolino. Una strage come purtroppo molte altre c’erano già state e seguirono: più di ottocento episodi e circa 4.500 morti tra i civili solo in Toscana.

“Spesso siamo portati, sbagliando, a considerare la memoria solo una geografia di luoghi e un calendario di commemorazioni. Ma se la memoria si limitasse a questo, sarebbe a rischio con il passare degli anni, il succedersi delle generazioni e il venir meno dei testimoni” – evidenzia Eugenio Giani -. “C’è bisogno di una capacità di comprensione profonda, anche empatica, e vanno tenuti assieme impronta del passato e progetto del futuro. Solo così ci può essere vera memoria. E va fatto non un giorno all’anno, ma tutti i giorni dell’anno”.

“Ricordare il 25 aprile – prosegue ancora Giani – vuol dire non dimenticare le stragi nazifasciste, troppo a lungo rimaste impunite e nascoste negli armadi della vergogna. Vuol dire difendere i diritti dell’uomo e della persona e non dimenticare alcuna delle tanti anime della Resistenza: i partigiani, le donne e uomini che contribuirono a salvare migliaia di ebrei, oppositori e ricercati dal regime, gli operai e lavoratori che scioperarono nel marzo 1944 e che i fascisti consegnarono ai tedeschi, i militari italiani che all’indomani dell’8 settembre dissero “no” alla Repubblica di Salò”.

“Su tutti loro poggia la nostra Costituzione – conclude Giani – e quella Resistenza continua oggi in difesa e per la piena attuazione della nostra carta costituzionale”.

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