Giovani, anche ad Arezzo cresce il fenomeno degli “Hikikomori”
Gli Hikikomori sono soprattutto giovani tra i 14 e i 30 anni, maschi nel 70-90% dei casi, anche se il numero delle ragazze isolate potrebbe essere sottostimato dai sondaggi effettuati finora. Sono le consigliere comunali del Partito Democratico Donella Mattesini e Valentina Vaccari a sollevare il velo di una situazione sempre più preoccupante anche tra i giovani aretini:
“Difficoltà a gestire la rabbia, ansia e depressione, la rete cattura ragazzi che che non escono di casa, 100 tentativi di suicidio e autolesionismo, gioco d’azzardo“.
Questo il quadro a tinte fosche dipinto da Mattesini e Vaccari, che propongono:
“La convocazione di un Consiglio Comunale aperto sul disagio giovanile non è un punto di arrivo ma il passaggio necessario di una discussione su un tema che rappresenta per Arezzo una criticità volutamente sottaciuta da questa amministrazione“.
Crescono le difficoltà a gestire la rabbia e quindi si diventa rissosi e violenti con maggiore facilità. Aumenta il disagio psichico che si esprime con i fenomeni di ansia e depressione così che tante famiglie richiedono a professionisti delle scienze psichiatriche di prendere in carico i loro figli. La rete cattura sempre più ‘hikikomori’, ragazzi che non escono letteralmente più di casa e vivono davanti allo schermi di un computer, una delle conseguenze più drammatiche delle chiusure disposte durante la pandemia. Quando, dentro alle case e agli appartamenti, ci sono stati anche 100 tentativi di suicidio e autolesionismo. Se vi sembra poco. Bisognerebbe poi sapere che i ricoveri ospedalieri o gli accessi al pronto soccorso per uso, o meglio abuso, di alcool e droghe sono in crescita e comunque sottostimati perché di fronte a una crisi causata da queste sostanze si preferisce fare da soli, per non correre il rischio di essere segnalati ai genitori o alle forze dell’ordine. L’abbandono scolastico resta altissimo. Insomma la diagnosi è di quelle che dovrebbero spingere a provvedimenti in direzione dell’ascolto, della collaborazione, della progettualità specifica, ciascuna ben calibrata su ogni segmento del problema.
“I giovani di oggi sono i genitori e gli elettori di domani: già solo questo dovrebbe farci capire quanto sia importante seguirli e mostrare attenzione nei loro confronti. Specie quelli si rifugiano, sempre più numerosi, nel gioco d’azzardo. Lo dicono i numeri dei servizi Serd per i quali si può parlare di ‘dipendenze da comportamento’.
Vaccari e Mattesini annunciano un’iniziativa specifica:
“Il Pd aretino, sostenuto in questo dal gruppo consiliare, organizzerà un’iniziativa con la senatrice Elena Ferrara, prima firmataria della proposta di legge del 2017 sul contrasto a bullismo e cyber-bullismo. Ne vogliamo parlare, in ogni sede, come stimolo e contraltare all’immobilismo della giunta Ghinelli. Il disagio giovanile non è un destino, è frutto della mancanza di risposte da parte di chi dovrebbe darle. Essere giovani in certi casi è difficile, altrettanto essere genitori: ecco la chiave di volta, considerare la famiglia nel suo insieme, come punti che si uniscono e non restano isolati. Solo prendendoci carico dei giovani come membri di un nucleo approcceremo bene il tema. Serve dunque un’azione permanente di sostegno alla genitorialità a partire dai servizi che concilino i tempi di vita e di lavoro. Questo per evitare che i ragazzi restino spesso soli durante un’età delicata come l’adolescenza. Occuparsi dei minori e includerli in un ambiente contrassegnato da benessere familiare è una grande responsabilità che chiama in causa le competenze del Comune anche nel suo ruolo di perno di una rete interistituzionale di lavoro condiviso”.