Impianto rifiuti San Zeno, Palazzini: “Gli aretini hanno il diritto di essere informati con dati oggettivi”

“Ormai da mesi assistiamo con un certo stupore a continue affermazioni in merito all’impianto di gestione dei rifiuti di San Zeno, tese ad agitare inutilmente gli animi dei cittadini e spesso completamente prive di fondamento. Il nostro impianto rappresenta un’opportunità che poche altre province possono vantare, un vero e proprio fiore all’occhiello del sistema di recupero del rifiuto che ci permette di essere autonomi, progettare nuovi sviluppi per il futuro e generare risparmi notevoli per i cittadini, in controtendenza con gli aumenti che colpiscono tutta Italia”, commenta così il Capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Palazzini le dichiarazioni uscite negli ultimi giorni in merito all’impianto di San Zeno.

“Cerchiamo di informare correttamente i cittadini su alcuni aspetti importanti.

Affermare che il biodigestore non è attivo è falso, perché il biodigestore è in produzione e immette biogas per un valore di circa 100/120 euro l’ora in rete, cifra considerevole per ripagare gli investimenti che altrimenti peserebbero sulla bolletta degli aretini.

Il sistema di compostaggio che serve per trattare la parte umida dei rifiuti è da 70 mila tonnellate, non a caso si chiama Verde70.

Non è corretto sostenere che Aisa sia una industria chimica. Aisa non è un’industria chimica, ma un impianto di trattamento rifiuti in R1, autorizzato per complessive 200 mila tonnellate circa. Stiamo parlando di un’azienda che recupera energia dai rifiuti sul libero mercato esattamente come i migliori impianti italiani (Trentino, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, ecc.). Prima del 2017 Aisa era composta da un inceneritore a recupero energetico più un piccolo e compostaggio per circa 100 mila tonnellate.

Invocare la massima trasparenza su come agisce Aisa vuol dire non conoscere le attività informative e gli open day aperti a tutti che la società mette in campo da anni, tanto è vero che la stessa Regione Toscana nel procedimento autorizzativo ha ritenuto più che sufficienti le sue iniziative, al punto tale da non rendere necessaria una pubblica assemblea, basti ricordare la campagna informativa “Zero Spreco” con la quale Aisa ha raggiunto ogni fascia della popolazione servita, è inoltre sede di convegni e corsi di formazione e collabora con università e scuole di ogni ordine e grado.

Ricordo ai cittadini che il mantenimento in attività della linea termica attuale da 45 mila tonnellate permetterà di risparmiare oltre 2 milioni di euro di costi di demolizione e 1 milione l’anno di fermo impianto per manutenzione. Chi oggi avanza critiche è favorevole o no alla termovalorizzazione degli scarti che evidentemente sono cresciuti e tanti problemi creano, oppure si augura che vadano a finire in altri impianti attraverso camion maleodoranti, molto poco “eco friendly”? Che visione hanno le minoranze per il futuro del ciclo dei rifiuti? Possiamo gestire questo problema come un risorsa o dobbiamo affidarci a sistemi basati su discariche, rischiando fenomeni corruttivi e disastri ambientali come sta dimostrando l’inchiesta KEU in Toscana?

Concludo questa riflessione precisando che sarà avviato a breve lo studio olfattometrico, così da fare chiarezza sulla responsabilità e provenienza dei cattivi odori.

Gli aretini hanno il diritto di essere informati con dati oggettivi, non si meritano prese di posizione ideologiche che mirano a distorcere la realtà dei fatti. Amministratori illuminati e lungimiranti chiamati a governare la città prima di noi hanno fatto scelte trasversali e coraggiose, spetta a noi continuare nella strada indicata, cogliendo le sfide della modernità e utilizzando al meglio le nuove tecnologie al fine di migliorare le condizioni di vita della nostra comunità”.

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