Inceneritore, pentastellati chiedono “più informazioni ai cittadini e in linguaggi più semplici”

“Decine di tonnellate a settimana: è questo il dato che riecheggia in testa, il numero relativo alla quantità di ceneri derivanti dalla pulizia dei filtri dell’inceneritore che dà origine a scarti di lavorazione della gestione del trattamento dei rifiuti solidi urbani. Scarti che possiamo solo impacchettare e spedire altrove. Tanto fumo e, purtroppo, tanto arrosto. Ci riferiamo nello specifico al codice CER 190105, ossia residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi. E senza contare il grosso delle ceneri del forno CER 190112, ceneri pesanti e scorie, per un totale di 7.365 tonnellate annue che, su 45.000 tonnellate annue di rifiuto incenerito, sono quasi il 20%. Almeno i cassonetti stradali sono “intelligenti”, perché a noi c’hanno preso proprio per stupidi. Tante belle parole e progetti, anche in collaborazione con l’estero da parte del presidente di AISA Arezzo. Belli anche i nomi, magari un pò utopistici e certo ambiziosi come quello di “Zero spreco”: ma dove sta l’incentivo a produrre meno rifiuti?  Se i cittadini davvero avessero consapevolezza del loro impatto ambientale e di quanto poco basterebbe per ridurne, probabilmente il  “termoSvalorizzatore” fallirebbe. O dovrebbe cercare “carburante” altrove.  Un male o una ri-evoluzione? Ancora oggi si hanno dubbi sull’efficacia del porta porta, dopo che qualsiasi dato sconfessa questa credenza, se neanche con i numeri si riesce a far capire l’efficienza del PAP, allora tutto e niente sono la stessa cosa. Esistono due tipi di porta porta: quello fatto bene e quello fatto male. Ad Arezzo viene fatta la seconda versione, ovvero quello senza il codice utente che identifica chi veramente fa la raccolta differenziata, ed in base a quanta ne fa riceve un cospicuo sconto sulla tariffa, a differenza di chi invece non la fa: si chiama tariffa puntuale. Quello senza controllo fa sì che ognuno possa mettere qualsiasi cosa in qualsiasi raccolta specifica. E’ il Comune che non persegue nessuna politica di riduzione dei rifiuti, la quale si potrebbe ottenere con la realizzazione in ogni quartiere e paese del comune delle casette dell’acqua, con gli incentivi per supermercati e attività per vendere detersivi e alimenti sfusi, per abolire l’usa e getta in polipropilene dal proprio comune, visto che ormai le alternative compostabili sono di facile reperimento e dal costo accettabile. E ancora potremmo andare avanti all’infinito. Definire l’argomento “ceneri” scomodo è una realtà consolidata. Se vogliamo veramente approfondire il concetto “Zero Spreco”, almeno per onestà intellettuale, andrebbero divulgate anche altre realtà, come per esempio quella di Rifiuti Zero. Occorrono più informazioni ai cittadini e in linguaggi più semplici”.

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