Indennità amministratori: per gli aretini 950 mila euro all’anno in più. Respinta ipotesi di altra destinazione

La legge 234/2021, con cui è stato approvato il bilancio dello stato per il 2022, ha aumentato le indennità di carica per i sindaci dei comuni delle regioni a statuto ordinario (6.565 su 7.903); per trascinamento, aumentati anche i compensi degli altri amministratori comunali. “Meglio la forza dei numeri o il nonsenso delle parole?”. E’ quanto si chiede il Movimento 5 Stelle Arezzo, dopo la risposta della maggioranza ad un’interrogazione contenente la proposta di rinuncia all’aumento per destinare gli importi ad altri obiettivi.

“La nostra non è demagogia – dicono i pentastellati aretini – piuttosto sono inaccettabili le ragioni contenute nella risposta alla nostra interrogazione che vedono nella eventuale rinuncia agli aumenti la ‘squalificazione e mortificazione del lavoro svolto da un amministratore locale e ciò non è un bene per la politica in quanto alimenta facili populismi’.

Il dato di fatto è che gli amministratori, a fronte della nostra richiesta, hanno scelto di non aderire. Il desiderio di accettare quei vantaggi economici ha avuto la meglio sullo spirito di solidarietà verso i cittadini più bisognosi.

Il dato oggettivo è il seguente: nel 2024 ci sarà un aumento di 950mila euro per pagare lo stipendio dei nostri amministratori. Stavolta non si parla di parlamentari che operano nella “lontana” Roma ma dei “rappresentanti” di Arezzo: sindaco, vicesindaco, assessori, presidente del consiglio comunale.

Non sarà per tutti un aumento in egual misura ma, facendo una semplice media aritmetica, si tratta di 86mila euro a testa in più.

La nostra richiesta, semplice e fattibile, era di rinunciare esclusivamente a questo aumento  per noi esagerato: basti pensare, ad esempio, che con la tassa di soggiorno annuale il comune di Arezzo introita appena la metà di tale aumento.

Inoltre avevamo proposto di utilizzare questa cifra per gli aretini in situazioni di fragilità sociale o economica, per contrastare il carobollette,  per la manutenzione delle case popolari, oppure semplicemente per quei progetti non realizzati per mancanza di risorse.

Sarebbe stato un gesto nobile e di avvicinamento ai cittadini, un esempio di concretezza anche per le future amministrazioni, di qualunque colore saranno”.

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