Italia viva, ma non ad Arezzo. Brandi: “Vi spiego perchè apprezzo il gesto di Renzi”

“Ne ho avuta conferma in questi giorni convulsi, quando Matteo Renzi ha deciso di abbandonare il PD e di avviare la costruzione di un’altra casa politica.
Non so se il suo tentativo avrà successo: il liberl-progressismo, così come il socialismo liberale, sono cibo troppo raffinato per stomaci abituati ai sapori forti, ma, soprattutto, abituati a digerire di tutto.
Quella che però, ha catalizzato di più il mio interesse è stata, per così dire, l’analisi antropologica dei fatti in terra d’Arezzo. In una terra, un tempo florida di seguaci, in pochi hanno deciso di imbarcarsi nella navicella di Renzi.
La cosa desta un certo stupore perché, come diceva un vecchio saggio: “l’unico vero fallimento nella vita è non agire in coerenza con i propri valori”. In questo caso, lo dico senza tema di smentita, ho visto in giro ben poca coerenza.
Le ipotesi che mi son fatto son due: i molti, che si professavano renziani, lo facevano forse per seguire l’onda e quindi i valori di fondo a cui s’appellavano erano solo orpelli? Inutili zavorre da gettare a mare se la nave pencola su di un fianco?
Oppure v’è un disegno sottile la cui natura ricorda quella del camaleonte?
La malignità porterebbe a pensare che, avendo Renzi dichiarato che la nuova formazione politica non si presenterà ai prossimi appuntamenti elettorali, che da noi si chiamano Regione Toscana e Comune di Arezzo, la prudenza consigli di rimanere sotto coperta.
Ma, al di là di questi aspetti, che confermano il prevalere dell’istinto di autoconservazione, il ragionamento da fare è un altro, ed è legato alla prospettiva.
Ho sempre sostenuto che l’unità di un partito è solo una mano di vernice sulle crepe, se non v’è condivisione sui valori di fondo. L’unità artefatta è come quei matrimoni di convenienza che durano fin quando c’è un capitale da sfruttare.
Per questo apprezzo, forse più di altri, il gesto di Renzi. Se non altro è un tentativo, attraverso la separazione, di rimettere in moto un ragionamento sul futuro del centro sinistra che, anche della nostre parti, mi pare difetti di chiarezza e di obbiettivi”.