La politica dei ripensamenti
In Olanda il primo ministro uscente Rutte ha annunciato che si ritirerà ed ha indicato come suo successore la ministra della Giustizia, Dilan Yeşilgöz-Zegerius di origine curda, emigrata in Olanda grazie al ricongiungimento familiare.
Niente di strano in una società europea sempre più multietnica.
Il primo ministro inglese, per esempio, è di origine indiana e la ministra della cultura francese è libanese e di esempi così in giro per l’Europa ne potremmo fare tantissimi.
La cosa paradossale è che in Olanda il governo Rutte è caduto perché una parte della sua maggioranza si è opposta ad una stretta sui ricongiungimenti familiari. Per cui abbiamo una signora arrivata in Olanda grazie al ricongiungimento che, qualora vincesse le elezioni, renderebbe più difficoltosi i ricongiungimenti per gli immigrati.
Un paradosso che riguarda anche l’Inghilterra dove il primo ministro Rishi Sunak, figlio di immigrati, propone per gli immigrati l’espulsione verso il Ruanda e la loro detenzione in chiatte al largo della coste inglesi.
In Italia non abbiamo ministri provenienti da altri paesi, anche se taluni, benché italianissimi, spesso litighino con l’italiano (inteso come lingua), però anche noi non ci facciamo mancare le nostre belle contraddizioni.
Quelli che a suo tempo votarono a favore del Reddito di Cittadinanza ne sono diventati i più fieri avversari e quelli che si opposero ne sono diventati i più strenui difensori.
Si può certamente cambiare idea, però sarebbe opportuno spiegare il motivo. Altrimenti verrebbe da pensare che, come avvenuto per la Ministra Olandese o il Primo Ministro inglese, si cambi punto di vista a seconda delle circostanze e dei colpi di fortuna.
Dopo di che rimango convinto che è più facile dichiarare guerra ai poveri che non dichiarare guerra alla povertà.