Logge del Grano, Tanti e Chierici al contrattacco: “Qualcuno ha poca memoria”
Il vice sindaco Lucia Tanti che si è occupata in prima persona di tutti i passaggi del nuovo accordo con l’Università di Siena, e l’assessore Simone Chierici che ha seguito tutta la vicenda del mercato, chiariscono in una nota congiunta la vicenda e le motivazioni della nuova destinazione d’uso delle Logge del Grano.
“Per rispetto degli operatori delle Logge del Grano ci siamo sempre astenuti dal raccontare tutta la storia di un fallimento annunciato e di cui solo il PD ha responsabilità politica, ma visto che i democratici aretini hanno poca memoria allora si rendono necessarie alcune puntualizzazioni. Il bando per l’assegnazione delle Logge del Grano e con esso il progetto, fu definito nel 2015 poche settimane prima della sconfitta elettorale del centrosinistra che vide eletto sindaco per la prima consiliatura Alessandro Ghinelli. Gli atti conseguenti furono portati a termine dalla nuova Giunta per dovere di continuità amministrativa.
La convenzione del 2015 fu integrata nel 2016, esattamente un anno dopo, con la previsione di una ulteriore porzione di fabbricato (quella frontale, che doveva essere adibita a mercato del pesce) con relativo adeguamento del canone. Pertanto, a fronte di complessivi mq. 867 (744+123) il canone di locazione era stato pattuito in euro 15mila nella parte fissa oltre ad una parte variabile corrispondente al 3% del fatturato prodotto dalla Rete che, solo dal 2021, avrebbe previsto un minimo di euro 45mila. Il tutto oltre iva. La scadenza della convenzione era prevista al settembre 2024. Nella quantificazione del canone si tenne conto, al tempo, dei valori di mercato/catastali nonché della volontà dell’Amministrazione di agevolare l’avvio della nuova attività compatibilmente tuttavia con l’intenzione di non creare situazioni di concorrenza impari con altre attività. Il tutto a seguito dei vari atti dell’Amministrazione Comunale che si sono susseguiti dal 2012 al 2014 che portano tutti la firma della giunta di centrosinistra.
Il volume delle vendite, per stessa ammissione della Rete, non ha mai toccato livelli soddisfacenti restando ben lontano da quelli preventivati anche nella concessione e questo ben prima della pandemia che certo ha contribuito negativamente al volume di affari delle Logge così come per tutte le attività commerciali aretine e non solo.
Dopo le chiusure obbligate a causa del covid, la Rete ha presentato un’idea progettuale per la ristrutturazione del mercato a fronte della quale chiedeva all’Amministrazione una serie di modifiche alla concessione in atto, così come costruita al tempo dal PD. Tra le novità richieste dalla Rete, anche un allungamento della durata della concessione fino al 2032 e la modifica alla parte variabile del canone compreso l’azzeramento dei canoni insoluti al dicembre 2020 motivando tale richiesta anche con i lamentati difetti di progettazione – a loro dire – dell’immobile in uso, anche questi tutti da imputare al PD che ogni aspetto volle e determinò.
A queste richieste decidemmo di dire no per molte ragioni, due in particolare: una realtà economica, per quanto meritoria, non può avere una concessione di un immobile pubblico a prezzo particolarmente agevolato che è in concorrenza con altre realtà commerciali della città in assenza di un progetto condiviso e misurabile nella sua oggettiva ricaduta sociale; a ciò si aggiunge che fu ritenuto assolutamente inopportuno rinunciare a canoni dovuti da parte di un’attività commerciale che tale è al pari delle altre. Da lì, sostanzialmente, siamo passati alla sceneggiata dell’abbandono dei locali di cui è stata data cospicua pubblicità senza specificare che la Rete è ancora debitrice verso il Comune di circa 245 mila euro, come da richiesta dell’Amministrazione del 5 giugno scorso.
Se quindi si cerca un colpevole sarà facile trovarlo nel PD che ha fatto il bando, individuato una progettualità che non stava in piedi, realizzato dei lavori che a giudizio di chi era locatario erano inadatti alle attività e, aggiungiamo noi, creato disparità di trattamento avvantaggiando, di fatto, una realtà commerciale tra le altre senza un progetto di coesione sociale condiviso e misurabile. Resta poi legittimo chiedersi se questo oggettivo insuccesso commerciale non coinvolga in parte anche la Rete magari a causa di prezzi troppo alti o di politiche promozionali o di chiusure reiterate tutte le domeniche extra Fiera che certo non sono un incentivo, anche in considerazione dell’interesse che avrebbe potuto avere nei confronti dei turisti. Spiace, certamente, che la chiusura del mercato abbia comportato lo stato di inoccupazione di circa 10 dipendenti della cooperativa ma i limiti di chi fa impresa non possono ricadere sul Comune, cioè su tutti.
Questa è la vera storia delle “vecchie” Logge del Grano, la nuova storia – cioè quella insieme all’Università – è invece tutta da scrivere e crediamo sarà positiva e farà fare un salto di qualità alla nostra città che, vogliamo ricordare al PD, con la Giunta Ghinelli ha messo cultura e formazione al centro delle proprie strategie, convinta che siano elementi centrali di crescita e di coesione sociale. Se il PD vuole proseguire il dibattito per noi va più che bene visto che ci permette di raccontare un loro fallimento e una nostra buona scelta per la Città, noi abbiamo tutto da guadagnarci”.