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venerdì | 17-01-2025

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“Maidan: la strada verso la guerra”, interviene Picierno: stop alla proiezione del documentario anche ad Arezzo

“Forte preoccupazione” in merito a quanto accaduto recentemente ad Arezzo, dove era stata programmata per il 18 gennaio, presso la Sala Giostra del Saracino del Palazzo Comunale, la proiezione del documentario “Maidan: la strada verso la guerra”. Lo stop alla proiezione, imposto anche in altre città italiane, viene definito dal Collettivo Millepiani e dal Partito dei CARC (Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo) “un grave atto di censura“. L’iniziativa, organizzata dal consigliere comunale aretino Michele Menchetti, aveva lo scopo di raccontare i fatti di Euromaidan del 2013 e le conseguenze del colpo di Stato in Ucraina, con particolare attenzione alle violenze nel Donbass contro la popolazione russofona. Prodotto da Russia Today e tradotto in Italiano dal giornalista Vincenzo Lorusso,  viene raccontata con dovizia di immagini di repertorio e interviste  l’insorgere della guerra in Ucraina dal punto di vista russo.

Secondo quanto dichiarato dai due collettivi, l’evento è stato annullato a seguito dell’intervento della vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno (PD), che avrebbe posto il proprio veto, accusando il documentario di essere “propaganda filo-russa”. Tale decisione ha scatenato polemiche, soprattutto per il timore che simili interventi rappresentino un ostacolo alla libertà di espressione e di informazione.

Il documentario, secondo i promotori, si propone di fare luce su eventi controversi, come la Strage di Odessa e altre violenze attribuite a gruppi di estrema destra come Pravyj Sektor e il Battaglione Azov, sostenendo che l’UE abbia avuto un ruolo “complice in questi episodi”. Per i collettivi, la censura riflette la volontà di occultare responsabilità dell’Occidente e di perpetuare una propaganda filo-NATO, che, a loro avviso, giustifica interventi militari e l’invio di armi in Ucraina.

La vicenda si inserisce in un clima internazionale teso, che secondo il Collettivo Millepiani e il Partito dei CARC rappresenta una “Terza guerra mondiale non dichiarata” in cui l’Italia è coinvolta attraverso il sostegno logistico e l’invio di armamenti. I due gruppi sottolineano l’importanza di promuovere iniziative simili a quella di Arezzo, nonostante gli ostacoli incontrati, per sensibilizzare l’opinione pubblica sui costi umani e politici di queste scelte.

In questo contesto, lo scorso 8 dicembre è stato fondato a Bologna il Coordinamento Nazionale NO NATO, un movimento che riunisce decine di organizzazioni da tutto il paese con l’obiettivo di promuovere l’uscita dell’Italia dall’Alleanza Atlantica e il progressivo smantellamento delle basi militari statunitensi presenti sul territorio italiano.

Il Collettivo Millepiani e il Partito dei CARC ribadiscono l’appello alla mobilitazione in ogni città, invitando a organizzarsi e coordinarsi contro la presenza NATO in Italia. Tra le azioni proposte, vi è la diffusione di documentari come “Maidan: la strada verso la guerra” per contrastare quella che definiscono “propaganda imperialista” e sensibilizzare l’opinione pubblica su temi di geopolitica e pace.

I collettivi incoraggiano chiunque voglia unirsi alla causa a contattare il Coordinamento Nazionale NO NATO all’indirizzo e-mail dedicato. L’obiettivo, affermano, è costruire una rete di resistenza capillare per promuovere un cambiamento radicale nella politica estera e militare italiana.

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