Matrimoni, la proposta: celebrazioni alla Fortezza Medicea e al Teatro Petrarca

Il Consigliere Renato Viscovo, proponente ed esponente dell’atto di indirizzo, commenta:

“La città di Arezzo è una delle cornici, storicamente e culturalmente, più affascinanti d’Italia per la celebrazione di matrimoni, anche in virtù del fatto che in città sono presenti ville storiche e di prestigio, e ambienti culturali di rilevante importanza; la possibilità di celebrare matrimoni all’esterno, oltre a valorizzare il nostro patrimonio, va a soddisfare le molteplici richieste del cittadini”

Atto di Indirizzo: predisposizione e approvazione di “avviso pubblico esplorativo” per l’individuazione di sedi esterne alla casa comunale per la celebrazione di matrimoni e la costituzione di unioni civili.

Premesso che:

  • La città di Arezzo è una delle cornici, storicamente e culturalmente, più affascinanti per la celebrazione dei matrimoni, anche in virtù del fatto che in città sono presenti diverse ville private e di prestigio per la celebrazione di unioni.
  • l’art.106 del Codice Civile nel disciplinare il luogo della celebrazione del matrimonio prevede che il matrimonio stesso deve essere celebrato pubblicamente nella casa comunale propriamente detta;
  • Part.110 del Codice Civile disciplina la possibilità di celebrare il matrimonio al di fuori della Casa comunale nel caso di infermità o di impedimento giustificato di uno degli sposi;
  • l’art.3, Comma 1, del D.P.R. 03 Novembre 2000, n. 396 prevede che i Comuni possono disporre, anche per singole funzioni, l’istituzione di uno o più Uffici separati dello Stato Civile con deliberazione della Giunta comunale, il cui relativo atto è trasmesso al Prefetto;

Considerato che:

  • le disposizioni normative vigenti consentono e legittimano l’istituzione di uffici separati di Stato Civile e quindi è da ritenersi possibile l’utilizzo di strutture e di luoghi diversi per la celebrazione dei matrimoni civili, a condizione che dette strutture siano riservate, con carattere di periodicità, all’esclusiva disponibilità comunale per essere destinate, appunto, alle celebrazioni, al fine di adempiere alle prescrizioni di cui all’art. 106 del Codice Civile;

Rilevato che:

  • a seguito di numerosi quesiti presentati dai Comuni al Ministero dell’Interno relativi alla possibilità di celebrare i matrimoni civili al di fuori della casa comunale, il Ministero stesso al fine di ovviare a difformi interpretazioni e applicazioni della normativa in materia, ha emanato la circolare n. 29 del 07/06/2007, avente ad oggetto: “Celebrazione matrimonio in luogo diverso dalla casa comunale”, in cui si stabilisce che:
  • I Comuni possono “deputare una sala esterna alla casa comunale, al fine di celebrarvi matrimoni, purché l’istituzione di tale ufficio separato sia previsto da una delibera di giunta” sempre che l’edificio sia nella disponibilità del Comune e ci sia
    “un carattere di ragionevole continuità temporale” nel suo utilizzo;

Atteso che:

  • lo stesso Ministero dell’Interno, con Circolare n. 10 del 28/02/2014 “Celebrazioni del matrimonio civile presso siti aperti al pubblico diversi dalla casa comunale”, sentito anche il parere del Consiglio di Stato n. 196/2014 del 22 gennaio 2014, si è nuovamente espresso e ha ribadito l’opportunità di ampliare anche a luoghi aperti all’utenza le celebrazioni dei matrimoni, fermo restando la definizione preventiva della destinazione del sito, anche nell’ipotesi di destinazione frazionata nel tempo (il Comune riserva il sito alla celebrazione dei matrimoni in determinati giorni della settimana o del mese) o frazionata nello spazio, (il Comune riserva alcune determinate aree del luogo alla celebrazione di matrimoni) purché tale destinazione sia, precisamente delimitata ed abbia carattere duraturo o comunque non occasionale;
  • tali indicazioni valgono in via analogica anche per le costituzioni di unioni civili previste dalla Legge 20/05/2016 n.16;
  • il Comune di Arezzo ha già istituito uffici separati di stato civile per i matrimoni, consentendo l’utilizzo di ambienti quali il Consiglio Comunale, il Chiostro del Comune e le sale del Palazzo di Fraternita, ma si ritene che si possano usare, se possibile, anche il Teatro Petrarca e la Fortezza Medicea.

Tutto ciò premesso e considerato, il Consiglio Comunale di Arezzo chiede alla Giunta ed all’Amministrazione:

  • di rendere disponibili, in collaborazione con la Fondazione Guido d’Arezzo, per la celebrazione di matrimoni e la costituzione di unioni civili, i locali nella sua disponibilità quali la Fortezza Medicea ed il Teatro Petrarca, se possibile;
  • di procedere alla predisposizione ed all’approvazione di un apposito “avviso pubblico esplorativo” attraverso il quale l’Amministrazione comunale intenda verificare la disponibilità dei proprietari o di coloro che possono legittimamente disporre di ville, agriturismi, strutture ricettive, ristoranti ed edifici che siano di particolare pregio storico, architettonico, ambientale, artistico o turistico, presenti nel territorio comunale, di concedere per la durati di anni 1 (uno), tacitamente rinnovabile di anno in anno salvo disdetta da comunicare con almeno tre mesi di preavviso, al Comune di Arezzo idonei locali, per la celebrazione di matrimoni e la costituzione di unioni civili. Detta disponibilità sarà manifestata attraverso la compilazione di un apposito modello di domanda, predisposto dall’Amministrazione, che indicherà l’importo che sarà dovuto comunque al Comune di Arezzo per ciascun matrimonio ed allegato al citato avviso pubblico esplorativo. Nel modello il proprietario, od avente titolo, manifesterà il proprio interesse, indicando i locali che intende concedere, il costo che chiederà per l’uso dei locali agli sposi in aggiunta a quanto richiesto dal Comune di Arezzo, la condizione degli stessi ed ogni altra informazione idonea per il loro corretto utilizzo dei locali.

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