Migranti in una struttura della Fraternita, Andreani: “Scorrettezza politica”

“Quindi è ufficiale. Dalle parole anche del primo rettore apprendiamo che a Civitella, in una struttura di Fraternita, abbiamo 13 giovani, tutti uomini’. Si sono concretizzati da una parte i propositi e la disponibilità dell’istituzione ad accogliere immigrati e dall’altra il disconoscimento di un accordo politico di maggioranza del 2018.
Non entro in merito alla vicenda umana di queste persone che possono provenire da situazioni difficili se non di pericolo per la loro stessa vita. Non posso tuttavia sottacere alcuni aspetti, ribadendo quanto sottolineato nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale e che speravo non si materializzasse. Come invece è avvenuto.
Se Fraternita non è compresa tra gli enti gestori dell’accoglienza perché ha dato seguito a questa scelta? Perché si è messa a disposizione? Perché è spuntata una sede senza che Fraternita partecipi a bandi e candidature? Come a dire: formalmente non ci sono ma nella sostanza contate su di me. Mi pare la classica logica ‘furbesca’ del salvare le apparenze.
I numeri: 13 persone accolte. Qualcuno ha riflettuto su questo? Pensiamo di risolvere il problema degli sbarchi, che si susseguono in dimensioni di grandezza che raggiungono le migliaia alla settimana, accogliendo 13 persone? Peraltro, quando avevamo imposto come maggioranza uno stop agli immigrati da accogliere nelle strutture dell’istituzione, gli sbarchi erano perfino superiori. Perché di fronte ad arrivi ancora più consistenti non si è sentito analogo afflato di generosità?
Era stata fatta una scelta, quei locali di Fraternita, erano destinati a ospitare donne vittime di violenza insieme ai loro figli. Questa era la missione. Per me sempre valida e che tanti aretini avrebbero preferito. Ma qualcuno ha pensato di rinnegarla. Sindaco e vicesindaco in questa vicenda sono facilmente riconoscibili. Il nullaosta non è certo arrivato dal partito aretino. Se allora hanno scavalcato quest’ultimo per trovare una sponda in qualche dirigente sovra-comunale, bypassando praticamente i diretti interessati, possiamo perfino parlare di scorrettezza politica”.

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