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martedì | 11-02-2025

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Montevarchi: revocata la misura del “pane e olio”, i bambini tornano ad un pasto regolare

A Montevarchi si chiude il caso del cosiddetto “pane e olio” per i bambini delle famiglie morose. Dopo giorni di polemiche e un dibattito acceso che ha raggiunto anche la ribalta nazionale, il sindaco Silvia Chiassai Martini ha annunciato la sospensione della misura che prevedeva un pasto sostitutivo per gli alunni i cui genitori non erano in regola con i pagamenti della mensa scolastica. La decisione è stata comunicata dalla prima cittadina nel corso della trasmissione “Mattino Cinque News” su Canale 5, dove ha spiegato che solo due delle tredici famiglie coinvolte avevano saldato il debito. A seguito di questa verifica, l’amministrazione ha deciso di convocare i genitori per comprendere le ragioni del mancato pagamento e, se necessario, attivare il supporto dei servizi sociali.

L’adozione della misura del pasto sostitutivo aveva suscitato un’ondata di critiche, con accuse di discriminazione nei confronti dei bambini e di eccessiva rigidità da parte dell’amministrazione. Il provvedimento è stato contestato da più parti, sia a livello locale che nazionale, generando un acceso dibattito sul diritto all’accesso alla mensa scolastica per tutti i bambini, indipendentemente dalla situazione economica delle famiglie.

Di fronte alla pressione dell’opinione pubblica e al clamore mediatico, il sindaco Chiassai Martini ha dunque deciso di sospendere la misura, dichiarando che l’intento dell’amministrazione non era quello di punire i bambini, ma di responsabilizzare i genitori. La sindaca ha inoltre sottolineato che chi si trova in reale difficoltà economica sarà supportato dai servizi sociali, evitando così che i più piccoli paghino le conseguenze della situazione familiare.

L’opposizione, in particolare il Partito Democratico di Montevarchi, ha accolto la notizia come una vittoria del buonsenso e della giustizia sociale. In un comunicato ufficiale, il PD ha ribadito la sua storica contrarietà a questa misura, definendola “ingiusta e discriminatoria” e ha accusato l’amministrazione di aver difeso la scelta fino all’ultimo, per poi essere “costretta a fare marcia indietro a causa della pressione pubblica“. Il gruppo consiliare ha inoltre annunciato che continuerà a battersi affinché il regolamento venga modificato in modo definitivo e affinché le tariffe della mensa scolastica siano più eque e sostenibili per tutte le famiglie.

“La sindaca di Montevarchi Silvia Chiassai Martini ha sospeso il provvedimento che prevedeva la sostituzione del pasto completo della mensa con pane e olio per i bambini le cui famiglie risultano morose nel pagamento della retta. Il suo è un passo indietro ragionevole, fatto solo dopo le denunce del Partito democratico su ogni livello, dal locale al nazionale, e dell’opposizione, spaventata forse dal clamore mediatico che questa vicenda così assurda ha generato. La sua è stata palesemente una mossa per salvare la faccia, se le fosse stato a cuore il bene dei bambini avrebbe pensato prima a come si possono essere sentiti trovando un piatto diverso e così povero in confronto ai compagni di mensa. Avrebbe dovuto convocare prima i genitori che risultavano in ritardo con i pagamenti. Non esistono bambini di serie A e bambini di serie B. La scuola per cui il Pd si batte è una scuola che non crea disparità in base al reddito e che invita alla cultura dell’uguaglianza senza lasciare indietro nessuno” dichiarano Diego Blasi, portavoce del Pd Toscana, e Simona Querci, responsabile Scuola e lotta alla povertà educativa del Pd Toscana.

Il gruppo del PD in Regione Toscana ha annunciato una mozione con primi firmatari il capogruppo Vincenzo Ceccarelli ed i consiglieri Lucia De Robertis e Cristiano Benucciper evitare che il cattivo esempio di Montevarchi si diffonda in Toscana“.

Questo provvedimento, già applicato in passato, dichiara il capogruppo Ceccarelli, rappresenta un grave atto discriminatorio che colpisce i minori, facendoli pagare per le eventuali colpe dei genitori. È inaccettabile che, nel 2025, si adottino misure che penalizzano i più piccoli, esponendoli a situazioni di disagio e stigmatizzazione all’interno dell’ambiente scolastico. Tale pratica, oltre a ledere la dignità dei bambini, rischia di compromettere il loro benessere psicologico e sociale, creando divisioni e marginalizzazione tra gli alunni.  Ricordiamo, prosegue Ceccarelli, che la garanzia di un pasto scolastico completo e dignitoso dovrebbe essere un diritto assicurato a tutti i bambini, indipendentemente dalla situazione economica delle loro famiglie.”  “Le istituzioni pubbliche, afferma la consigliera De Robertis, hanno il dovere di adottare criteri che tutelino questo diritto, promuovendo l’equità e l’inclusione, senza ricorrere a soluzioni che possano generare esclusione o disagio. Già nel 2017 la sindaca Chiassai utilizzò lo stesso metodo, sollevando la contrarietà della Regione da me sollecitata con una interrogazione.” “Come gruppo PD in Regione Toscana, afferma il consigliere Benucci, ci uniamo alle critiche già espresse da più soggetti istituzionali e politici, e invitiamo l’Amministrazione Comunale di Montevarchi a rivedere con urgenza il proprio regolamento sulla refezione scolastica.  È fondamentale individuare soluzioni alternative che garantiscano a tutti gli alunni il diritto a un pasto completo, senza punire i bambini per problematiche legate alla morosità delle famiglie.” “Inoltre, concludono i tre consiglieri, sollecitiamo la Giunta Regionale a promuovere un confronto con tutte le amministrazioni comunali della Toscana, al fine di individuare modelli di gestione della refezione scolastica che assicurino l’universalità del servizio, evitando scelte che possano determinare forme di esclusione o marginalizzazione sociale. È dovere di tutte le istituzioni lavorare insieme per garantire che nessun bambino sia discriminato o penalizzato a causa delle difficoltà economiche della propria famiglia. Solo attraverso un impegno condiviso possiamo costruire una società più giusta e inclusiva, dove i diritti dei minori siano sempre al primo posto.”

La vicenda si chiude con il ritorno a un pasto regolare per tutti i bambini, ma il dibattito resta aperto sul futuro della gestione del servizio mensa e sulla necessità di soluzioni più inclusive per evitare che il problema dei pagamenti si trasformi in una questione di disparità sociale.

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