Poli opposti, lo scontro in Provincia sui tempi della democrazia

“60 minuti: la democrazia non è un corsa contro il tempo”, lamenta il gruppo centro sinistra della Provincia di Arezzo. Argomento: bilancio consuntivo. Ora di conoscenza: le 10. Ora di discussione: le 11.

Qualcosa non funziona – dicono da centrosinistra – nella programmazione del lavoro della Presidente Chiassai. O forse non è condivisibile la sua idea di partecipazione, di ruolo e dignità del Consiglio provinciale, di democrazia. Ha infatti convocato la seduta del Consiglio per le 11 di venerdì 29 aprile scorso; il Segretario generale dell’Ente era a disposizione dei consiglieri un’ora prima, alle 10, per presentare le pratiche, tra le quali il bilancio consuntivo. Pensiamo sia evidente che per nessun consigliere e per nessun gruppo sia possibile in 60 minuti la lettura di un bilancio, la riflessione su di esso, l’individuazione di elementi di criticità, la definizione dei contenuti di un possibile intervento. Questo atteggiamento della Presidente Chiassai non è una novità“.

Per la Presidente Silvia Chiassai Martini tutto regolare:

Un’ opposizione di centrosinistra che si sta caratterizzando per il basso profilo degli interventi, per il mancato studio degli atti e soprattutto per il disinteresse completo alle procedure, il tutto finalizzato solo alla ricerca di visibilità, completamente priva di un riscontro oggettivo e soprattutto di contenuti utili al cittadino. Un atteggiamento di pochezza politica che non avevo mai riscontrato e che non mi sarei aspettata da chi è stato eletto in consiglio provinciale in rappresentanza dei comuni e dei territori. Nel merito dell’ultima uscita a mezzo stampa, è bene precisare al PD che gli atti per il consiglio provinciale sono stati depositati e trasmessi nei termini di regolamento e che oggi viene adottato e non approvato il rendiconto di bilancio 2021 a conferma che il centrosinistra non conosce neanche le procedure dell’Ente. Tra l’altro solo a titolo di mera collaborazione e con l’intento di facilitare l’approfondimento dei temi all’ordine del giorno, ho chiesto ai dirigenti una disponibilità nei confronti dei consiglieri per consentire un esame preventivo degli atti. Ricordo al centrosinistra che oggi parlano di partecipazione e di democrazia che  questi incontri preconsiliari non venivano fatti quando la loro parte politica era alla guida di questa Provincia e che stiamo riacquistando dignità e ruolo di cui tanto si riempiono la bocca grazie agli sforzi per superare il grave errore della legge del Rio targata PD.  Mi preme anche suggerire al centrosinistra di studiare almeno quali siano le funzioni della Provincia visto che presentano interrogazioni in cui vengono richiesti gli investimenti destinati agli asili nido e all’edilizia residenziale pubblica che non sono di competenza di questo ente, impegnato invece a reperire risorse per l’edilizia scolastica e la viabilità, abbandonate per anni in assenza di fondi proprio da coloro i quali volevano la chiusura della Provincia. Rimango delusa ed amareggiata dal livello di preparazione dell’opposizione che invece di portare un contributo e uno stimolo costruttivo all’azione amministrativa, stiamo assistendo soltanto a continue polemiche strumentali e sterili” .

La consigliera provinciale di centro sinistra Valentina Vaccari alla Presidente della Provincia, Silvia Chiassai:

“Gentile Presidente, nella foga di squalificare il profilo dell’opposizione, ha dimenticato il corretto profilo della lingua italiana, non riuscendo a rispettare la “consecutio temporum”. Un suggerimento da parte di un’insegnante (quella categoria che diffamò sostenendo: “chi non sa insegna”)… i propri scritti vanno sempre riletti! Ma non per questo ci sottraiamo dal rispondere al suo pretestuoso intervento. Riguardo all’addebito di “disinteresse per le procedure” le ricordiamo che, avendo ben studiato tutte le possibilità previste dal Regolamento, le avevamo chiesto di istituire le commissioni che lei ha negato. A seguito della nostra nota informativa all’opinione pubblica, i suoi consiglieri le hanno suggerito di abbandonare questa ostinazione anti-partecipativa e anti-democratica, prospettando di istituire uno spazio di approfondimento che ancora dobbiamo vedere e nel frattempo ci ha concesso solo una mezz’ora per ragionare su punti decisivi all’ordine del giorno. A suo dire Presidente, in questa mezz’ora, avremmo dovuto comprendere, elaborare e porre interrogativi sulle vostre politiche di spesa. “Ad impossibilia nemo tenetur”. Traduco: “nessuno è tenuto a fare cose impossibili”.

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