Referendum per il ripristino di dodici Asl. Ricci, Giuliani e Giommoni: “Ridare voce ai toscani”
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Lo statuto della Regione Toscana offre ai cittadini la possibilità di esprimere la propria opinione sulle politiche sanitarie attraverso lo strumento del Referendum Consultivo. Dopo dieci anni dalla riforma che ha ridotto le ASL da 12 a 3 aziende sanitarie di area vasta, il referendum propone una revisione dell’assetto istituzionale e organizzativo del Sistema Sanitario Regionale (SSR).
“L’obiettivo – dicono i promotori, Eva Giuliani, Oreste Giommoni e l’aretino Giuseppe Ricci (nella foto dal profilo Facebook), ex direttore generale dell’Asl 8 di Arezzo prima della riforma – è garantire un miglior coinvolgimento delle comunità locali, analizzare più efficacemente i bisogni dei cittadini e fornire risposte più adeguate in termini di organizzazione, gestione e servizi socio-sanitari, soprattutto per quanto riguarda liste di attesa, ricoveri e accesso al pronto soccorso”.
Il quesito referendario. I cittadini toscani saranno chiamati a rispondere alla seguente domanda:
“Siete favorevoli alla proposta volta a rivedere l’attuale assetto istituzionale e organizzativo del SSR, incentrato su tre AUSL di area vasta, con il ripristino delle preesistenti 12 AUSL o comunque con una maggiore diffusione delle AUSL sul territorio?”
Perché un referendum sulla sanità dopo 10 anni? La riforma del 2015, introdotta con la legge 84/2015, ha ridisegnato il sistema sanitario toscano accorpando le 12 Aziende Sanitarie Locali in tre grandi ASL di area vasta. Secondo i promotori del referendum, questa riorganizzazione ha portato più problemi che benefici:
Mancato risparmio economico: esperienze nazionali e internazionali dimostrano che le macrofusioni organizzative in sanità, nella maggior parte dei casi, aumentano i costi anziché ridurli.
Peggioramento della qualità dei servizi: la centralizzazione ha aumentato la complessità organizzativa, riducendo il controllo sui servizi e la partecipazione democratica delle comunità locali.
Disagi per i cittadini: la riforma ha allungato i tempi di attesa, reso più difficile l’accesso ai servizi sanitari e aumentato la mobilità sanitaria verso altre regioni.
I risultati della riforma: cosa è accaduto in questi 10 anni?
A distanza di un decennio, è possibile analizzare gli effetti concreti della riorganizzazione sanitaria in Toscana. Secondo i promotori del referendum, la situazione è peggiorata in diversi aspetti chiave:
Aumento della privatizzazione della sanità: molti cittadini sono costretti a rivolgersi al settore privato per ottenere cure in tempi ragionevoli.
Difficoltà di accesso ai servizi sanitari: circa 200.000 cittadini toscani (fonte ISTAT) hanno rinunciato alle cure per motivi economici.
Riduzione dell’attrattività degli ospedali toscani: cresce la mobilità sanitaria verso altre regioni (fonte AGENAS).
Taglio di circa 1.000 posti letto negli ospedali pubblici della Toscana.
Liste d’attesa sempre più lunghe, con la chiusura di molte agende di prenotazione per carenza di offerta.
Depotenziamento degli ospedali di zona e delle aree disagiate.
Carenza di personale medico e infermieristico, aggravata dal blocco delle assunzioni e dal continuo esodo di professionisti.
Sovraffollamento nei Pronto Soccorso, con tempi di attesa sempre più lunghi e difficoltà nel reperire posti letto per i ricoveri.
Cosa dice la Corte dei Conti sulla gestione sanitaria in Toscana?
Le criticità della sanità regionale non sono solo una percezione dei cittadini, ma sono state evidenziate anche dalla Corte dei Conti nel 2022. Il rapporto ha rilevato gravi problemi nella gestione del Servizio Sanitario Regionale, tra cui:
Ritardi nell’adozione dei bilanci di esercizio e previsione.
Crisi di liquidità e ricorso all’anticipazione di tesoreria.
Mancato rispetto dei tempi di pagamento dei fornitori.
Aumento dei costi dell’indebitamento.
Mancato raggiungimento degli obiettivi di risparmio su farmaci e dispositivi medici.
Carenza di trasparenza e difficoltà di coordinamento tra le aziende sanitarie.
La stessa Corte ha invitato la Regione Toscana a intervenire per risolvere queste criticità e migliorare la gestione del sistema sanitario.
La parola ai cittadini
Di fronte a questa situazione, i promotori del referendum, Giuseppe Ricci, Eva Giuliani e Oreste Giommoni, ritengono che sia giunto il momento di
“ridare voce ai cittadini toscani sulla sanità regionale. Il referendum consultivo rappresenta un’occasione per esprimere la propria opinione e valutare se la riforma ha davvero portato benefici o se è necessario tornare a un modello più vicino alle esigenze del territorio. Il futuro della sanità toscana dipende dalla partecipazione dei cittadini: ora spetta a loro decidere”.