Rifiuti, la provincia di Arezzo ne produce 200.000 tonnellate all’anno. Donati e Sileno chiedono una commissione speciale
Gestione dei rifiuti in Provincia di Arezzo: un’analisi del sistema e delle prospettive future. Ogni anno, la provincia di Arezzo produce circa 200.000 tonnellate di rifiuti, di cui il 70% è costituito da rifiuti differenziati (140.000 tonnellate) e il restante 30% da rifiuti indifferenziati (60.000 tonnellate). Tuttavia, il sistema attuale di trattamento dei rifiuti si trova di fronte a una serie di sfide e opportunità, soprattutto in relazione alla gestione dei sovvalli e alla possibile realizzazione della Fabbrica di Materia.
I numeri della raccolta e del trattamento
Delle 140.000 tonnellate di rifiuti differenziati, circa 35.000 tonnellate risultano essere sovvalli, ovvero scarti che non possono essere recuperati. Per quanto riguarda i 60.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati, il potenziale di recupero con la Fabbrica di Materia potrebbe arrivare fino a 20.000 tonnellate, riducendo quindi significativamente la quantità destinata al trattamento finale.
Attualmente, senza questa infrastruttura, il sistema provinciale deve gestire circa 95.000 tonnellate di rifiuti residui (60.000 tonnellate di indifferenziati e 35.000 di sovvalli). La capacità degli impianti locali, con le linee L75 e L45, è di trattare rispettivamente 75.000 e 45.000 tonnellate di rifiuti. Tuttavia, la capacità residua del termovalorizzatore locale è limitata a 25.000 tonnellate, evidenziando un deficit significativo nella gestione sostenibile dei rifiuti.
La prospettiva della Fabbrica di Materia
La Fabbrica di Materia rappresenta una soluzione chiave per il futuro della gestione rifiuti ad Arezzo. Questo impianto permetterebbe di recuperare una parte significativa dei rifiuti attualmente destinati al termovalorizzatore, riducendo il volume complessivo a 75.000 tonnellate. L’assenza di questa struttura potrebbe, invece, portare a un aumento della dipendenza dal termovalorizzatore, con il trattamento di 120.000 tonnellate di rifiuti, superando le reali necessità del territorio.
La strategia zero spreco in discussione
Uno dei punti di dibattito più critici riguarda la strategia zero spreco adottata da AISA, il consorzio responsabile del trattamento dei rifiuti. L’eventuale mancata realizzazione della Fabbrica di Materia potrebbe compromettere questa visione, spingendo verso un modello più tradizionale basato sul termovalorizzatore.
Dopo avere esibito i dati, Marco Donati e Valentina Sileno (Scelgo Arezzo) chiedono: “Qual è la strategia del Comune di Arezzo sui rifiuti, Zero Spreco o Brucio Tutto? Necessaria una commissione speciale”
“Credo che per parlare di questa materia, oggettivamente non semplice, la cosa migliore sia provare a renderla comprensibile attraverso i numeri. Partendo dal dato complessivo dei rifiuti che ogni anno si produrranno in provincia di Arezzo: 200.000 tonnellate, di cui 60.000 tonnellate indifferenziate, pari al 30%, e 140.000 provenienti dalla differenziata”. Lo dichiarano Marco Donati e Valentina Sileno, consiglieri comunali di Scelgo Arezzo.
Esordisce così il capogruppo consiliare di Scelgo Arezzo Marco Donati nell’illustrazione per poi proseguire con “una punta di polemica: “è stata fatta la scelta di tenere un Consiglio Comunale aperto a San Zeno, per questo è stato noleggiato un pullman che poi è partito dal parcheggio Pietri per raggiungere il luogo della seduta. Ha accompagnato una persona soltanto. Qualcuno ovviamente ha pagato per il noleggio. Più che ‘zero spreco’ ecco un vero e proprio spreco. Premettendo che i dati che darò sono pubblici, tratti dal sito di Aisa e dunque verificabili, torniamo alle 140.000 tonnellate di rifiuti differenziati. Da essi si ottengono 35.000 tonnellate di sovvalli, cioè scarti che a loro volta andranno trattati. In sostanza i rifiuti da bruciare toccano quota 95.000 tonnellate, una quantità che diminuirebbe se trovasse realizzazione, com’era stato annunciato dall’amministrazione comunale e da Aisa impianti negli anni scorsi, la cosiddetta Fabbrica di materia, capace di recuperare 20.000 tonnellate dalle 60.000 d’indifferenziato. Se non si rinuncerà a questo impianto, il trattamento termovalorizzante riguarderà 75.000 tonnellate e dunque sarà sufficiente la nuova linea L75. A oggi su questa struttura non abbiamo risposte per cui dobbiamo fare riferimento a tutte le 95.000 tonnellate: queste sono. Ma a fronte di esse, quale sarà la situazione impiantistica a San Zeno? L45 e L75 porteranno le potenzialità a 120.000 tonnellate trattabili. Ci sono 25.000 tonnellate che ‘ballano’ e che ci dicono che quell’impianto è comunque sovradimensionato rispetto alle esigenze del territorio. Facciamoci in conclusione una semplice domanda: dove si troveranno 25.000 tonnellate per giustificare un ampliamento di questo genere del polo di San Zeno? Mi pare che la strategia una volta si chiamasse Zero Spreco mentre adesso la ridefinirei Brucio Tutto.
Altro tema importante sarebbe il biodigestore. È in corso un’indagine odorigena, recentemente prorogata, i cattivi odori persistono, gli investimenti di soldi pubblici sul biodigestore sono stati ingenti, quindi nutriamo forti dubbi e difendiamo i cittadini in difficolta da anni per il puzzo e che qualcuno ha osato definire ‘visionari’. Insieme ai colleghi Valentina Sileno, Michele Menchetti e Francesco Romizi abbiamo chiesto la costituzione di una commissione consiliare speciale di tre mesi perché gli elementi di cui stiamo parlando devono essere trattati approfonditamente e con continuità, non possono esaurirsi con una risposta a un’interrogazione, con cui la giunta mai chiarisce alcunché, o una singola seduta di Consiglio Comunale in cui, peraltro, l’unico consigliere di maggioranza a intervenire è stato Egiziano Andreani che è con un piede fuori dalla stessa mentre gli altri hanno assistito ovattati in una bolla di silenzio. Vi faccio un appello: se vi mancano i dati per dire qualcosa chiamateci pure, ve li forniamo noi. E il tema non riguarda i dipendenti di Aisa la cui bravura e professionalità sono fuori discussione ma la strategia complessiva sui rifiuti, dalla quantità termovalorizzata a ogni aspetto legato al compost e al biodigestore.
Il sindaco Ghinelli deve tutelare questo territorio evitando che si faccia carico di problemi altrui. Infine è necessario che i consiglieri regionali, considerando che la materia riguarda anche i livelli istituzionali toscani, facciano la loro parte”.