Sanità, Chiassai Martini: “L’accordo tra le Asl è il tentativo di mettere una toppa al fallimento delle aree vaste”

“L’accordo tra Asl Toscana Centro e Asl Toscana Sud-Est conferma il fallimento delle politiche di area vasta, a cominciare proprio dalle zone di confine – afferma il Sindaco – Dopo 10 anni, si arriva all’assurdità di un’intesa che cerca di mettere una toppa a una scelta ormai insostenibile. La motivazione ufficiale è il superamento dei confini amministrativi per rispondere meglio ai bisogni della popolazione, ma di fatto si ammette apertamente che il sistema sanitario non funziona. Da anni, i cittadini denunciano inefficienze diffuse, ospedali e servizi depotenziati, Pronto Soccorso in difficoltà per il numero crescente di accessi e per cronica carenza di personale. Una realtà che i pazienti e i loro familiari vivono ogni giorno, molto distante dai toni soddisfatti del presidente Giani e dell’assessore Bezzini, che sembrano già focalizzarsi sulle prossime elezioni regionali.
Questo è l’ennesimo risultato del gigantismo della mega-Asl che avrebbe dovuto portare risparmi e miglioramenti, e che invece ha condotto ad un netto peggioramento della sanità. L’ampliamento delle aree ha provocato un aumento dei costi, nonché un abbassamento preoccupante dell’efficienza dei servizi. Il Valdarno, con l’Ospedale Serristori, è un esempio emblematico di questo processo, il depauperamento progressivo dei servizi ha costretto i cittadini a rivolgersi al Pronto Soccorso della Gruccia per l’Emergenza Urgenza, che a sua volta è in gravi difficoltà. Oggi si cerca di correre ai ripari, permettendo il trasferimento dei pazienti dalla Gruccia al Serristori per contrastare il sovraffollamento e i giorni di degenza a Montevarchi.
L’accordo riguarderà anche l’attività di hospice, di ospedale di comunità e di riabilitazione, ma anche le donne prese in carico dai consultori della Asl Centro che potranno partorire nel nostro ospedale, con il fine principale di salvaguardare il punto nascita.
Tutto questo dimostra che la Gruccia, classificata come presidio di primo livello, è così solo sulla carta. In pratica, continua a soffrire per l’assenza di investimenti significativi in termini di personale e strutture. Una situazione che non riguarda solo il nostro territorio, ma anche 26 comuni tra Val d’Elsa, empolese e fiorentino, che sono coinvolti nei nuovi protocolli che vorrebbero privilegiare l’accesso ai servizi meglio accessibili dal luogo di residenza, ma di fatto attestando “migrazioni” verso altre strutture. Un fenomeno che è ormai consuetudine e che oggi viene mascherato sotto forma di stretta collaborazione tra Asl e Regione.
Una condizione della sanità ben lontana dalle promesse di riforma, dove la soluzione non risiede nelle riorganizzazioni di comodo. Se davvero la sanità vuole essere vicina ai cittadini, è necessario tornare a una gestione provinciale ottimale, abbandonando il modello delle mega-ASL, che si è rivelato inefficace e dannoso. Per questo motivo, invito tutti i cittadini toscani a partecipare alla raccolta firme per il referendum consultivo per rimettere in discussione una scelta politica che ha portato a un sistema sanitario che ad oggi non è né economico né funzionale. La decisione unilaterale di passare da 12 a 3 mega-ASL ha dimostrato tutti i suoi limiti, danneggiando il diritto alla salute dei cittadini e dove la Regione cerca di rimediare con accordi tardivi e inefficaci”.
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