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lunedì | 14-04-2025

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Scuole di Bibbiena, l’opposizione: “Ancora un rinvio, ma i problemi restano”

La Lista di Comunità minoranza in Comune a Bibbiena, evidenzia in una nota diffusa alla stampa che “Fin dall’inizio del nostro mandato, abbiamo scelto di mettere al centro i temi fondamentali per la comunità. La scuola è certamente uno di questi.
Non ci interessano le polemiche né le passerelle: ci interessa conoscere a fondo lo stato degli edifici scolastici, ascoltare chi li vive ogni giorno, proporre soluzioni concrete e costruire percorsi condivisi.

Con questo spirito, già ad agosto 2024 avevamo formalmente chiesto di poter visitare i plessi scolastici del Comune, accompagnati dal personale tecnico. Non abbiamo ricevuto risposta.
Dopo ulteriori sollecitazioni, a dicembre l’Assessora alla Scuola aveva finalmente manifestato disponibilità, promettendo una visita subito dopo le festività natalizie. Un’apertura che avevamo accolto con favore, confermando la nostra piena collaborazione.

Poi, di nuovo il silenzio.
A marzo siamo tornati sul tema, con un’interrogazione ufficiale in Consiglio, chiedendo spiegazioni e una data certa. Finalmente, il 28 marzo ci è stato comunicato un appuntamento: giovedì 17 aprile, alle 8:30 a Soci e alle 10:00 a Bibbiena. Dopo mesi di attesa, sembrava un passo avanti.

Il 10 aprile arriva l’ennesimo rinvio. Visita rimandata a data da destinarsi. Di nuovo.
Non è solo il continuo slittare di un impegno tanto semplice quanto importante a preoccuparci: è l’atteggiamento che si nasconde dietro a questi comportamenti. Un atteggiamento di chiusura istituzionale che, purtroppo, sta diventando sistematico.

Abbiamo ribadito più volte che la nostra richiesta non è dettata da spirito di polemica, né da intenzioni inquisitorie. Ma il nostro ruolo di consiglieri comunali prevede – anzi, impone – il dovere di vigilanza e verifica.
Quando da mesi riceviamo segnalazioni su problemi di manutenzione, sicurezza, igiene e spazi inadeguati, non possiamo girarci dall’altra parte. Ma al tempo stesso, abbiamo scelto di affrontare la questione nella sede più corretta: quella istituzionale.

Se avessimo cercato clamore, lo avremmo fatto da tempo. Ma non lo abbiamo fatto.
Abbiamo scelto la strada del rispetto, del dialogo, della collaborazione. E ci saremmo aspettati lo stesso rispetto in cambio.

Se la nostra presenza viene considerata scomoda, allora il problema non è tecnico, ma politico e culturale.
Noi però vogliamo ribadire un principio semplice: la scuola non è di qualcuno. È di tutti.
Ed è nostro dovere, come rappresentanti eletti, vigilare affinché resti sicura, accogliente e all’altezza dei bisogni di chi la vive ogni giorno. Anche quando, per qualcuno, è più comodo tenerci alla porta”.

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