Stato di emergenza migranti, Palazzini: “Anche la Toscana aderisca all’intesa”
“Il Comune di Arezzo chieda formalmente alla Regione Toscana di aderire all’intesa tra Governo e Regioni sullo stato di emergenza in merito alla gestione dei flussi migratori.”
“Dopo anni di immobilismo da parte della sinistra sul tema dei migranti il Governo Meloni mette in campo le prime misure concrete, e per farlo utilizza lo strumento dello stato di emergenza previsto dall’art. 24 del Codice della Protezione che ne definisce i requisiti all’art.7 in questi termini: «emergenze di rilievo nazionale connesse con eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività dell’uomo che in ragione della loro intensità o estensione debbono, con immediatezza d’intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo».
Dalla lettura della norma – precisa Palazzini – si comprende come sia strategico e funzionale lo stato di emergenza per dare risposte immediate alle esigenze delle Regioni, delle associazioni coinvolte nella gestione del fenomeno migratorio e di tutti gli enti locali interessati, grazie al provvedimento del Governo sarà possibile lo sblocco di risorse straordinarie del Fondo per le emergenze nazionali, subito disponibili 5 milioni di euro e altri 20 previsti nel corso dei sei mesi successivi.
Riconoscere quindi un fenomeno come emergenza non è un esercizio di stile e non ha nulla a che vedere con posizioni politiche ideologiche come vorrebbe farci credere la sinistra attraverso il no dei governatori delle regioni rosse, significa altresì dotarsi di strumenti efficaci anche a tutela dei cittadini in termini di sicurezza e degli stessi migranti per quando riguarda le condizioni sanitarie in cui spesso si trovano, pensiamo alle condizioni in cui versa l’hotspot di Lampedusa, che nonostante abbia una capienza massima di 389 posti, registra picchi di presenze anche di 3.000 persone.
Se il Presidente Giani – conclude Francesco Palazzini – non tornerà sui suoi passi priverà la Toscana, e quindi anche il territorio aretino, di un’opportunità unica di riceve risorse specifiche per fronteggiare l’emergenza migratoria che in Italia dal 1°gennaio all’11 aprile 2023 ha visto arrivare 31.292 migranti con un incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno 2022 pari al 294,70%, se il trend dovesse confermarsi, per la fine di questo anno potremmo arrivare ad oltre 400.000 nuovi arrivi.
Il provvedimento di nomina del Commissario delegato prevede infatti che possa esercitare la sua attività limitatamente ai territori delle Regioni Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia e delle Province autonome di Trento e di Bolzano che hanno aderito all’intesa determinata nella Conferenza dei Presidenti delle Regioni”.