Stop alle sagre, FdI replica a Marinoni: “I comuni dovrebbero adottare il regolamento per evitare concorrenza sleale”
ll gruppo consiliare di Fratelli d’Italia comprende lo spirito dell’appello di Marinoni nel leggere il contenuto del comunicato della Confcommercio Toscana che propone, anche per quest’anno, lo stop a sagre e fiere. Tale appello però dovrebbe essere accolto da tutti quei comuni che non si sono dotati del regolamento sagre simile a quello che il comune di Arezzo ha adottato nel 2016 su iniziativa del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia.
Ad Arezzo le sagre sono state disciplinate e regolamentate in modo tale da non rappresentare più una anomalia e rispecchiare così il territorio e chi vi si dedica con effettivo intento sociale e di valorizzazione del territorio. Sono state impedite quelle pseudo sagre che non avevano altro scopo se non far cassa alle spalle dei ristoratori. Marinoni dovrebbe, senza fare accuse indistinte, dire chiaramente quali sono i comuni che non si sono dotati di un tale strumento e consentono una pratica di concorrenza sleale a danno dei ristoratori. Questo accade anche nei comuni immediatamente confinanti a quello di Arezzo.
Nel nostro comune, dopo il regolamento come approvato, non si possono impedire le sagre che lo rispettano, organizzate da realtà che, da sempre, sono impegnate nell’organizzazione e gestione delle sagre paesane e che destinano tutto il ricavato per finanziare iniziative meritorie e opere nelle frazioni in cui operano: queste realtà forniscono un grossissimo apporto in tema di strutture e di socialità per le comunità locali. Ad Arezzo comune è stato difeso sia il legittimo diritto da parte delle Pro Loco e delle associazioni ad organizzare le sagre che rappresentano un importantissimo evento storico e culturale che ci ricorda le nostre origini, le nostre tradizioni più antiche e che ci ricongiungono con quel passato non ancora lontano dei nostri padri e dei nostri nonni, sia il diritto dei ristoratori a non avere una concorrenza sleale.
Semmai per evitare che almeno in tutta la Provincia di Arezzo vi siano sagre non rispondenti ai medesimi canoni dati dal Comune di Arezzo, auspichiamo quanto prima la convocazione di una riunione di tutti i sindaci della provincia in modo da poter discutere e ed eventualmente normare in modo chiaro e preciso l’effettuazione delle sagre e degli eventi in modo omogeneo in tutta la Provincia di Arezzo: solo così si possono salvaguardare tutti gli interessi meritevoli in questa questione.