Taglio boschivo, Bronchi e Fusco: “Iter complesso, Giani snellisca”
Il concetto fondamentale su cui ruota la mozione è la difficoltà che attualmente riscontrano le aziende boschive a livello burocratico.
Bronchi commenta:
“Sono previste ben cinque autorizzazioni necessarie al taglio boschivo, oltre a quella regionale, in questo modo i tempi diventano lunghissimi e le aziende dal 15 settembre dovranno attendere almeno ulteriori 60/90 giorni, con un aumento dei costi stimato in circa 700-1000 euro. In un periodo come questo la cosa rischia di mettere a terra queste aziende e questi lavoratori”.
Già Coldiretti Toscana e Anci Toscana si sono schierate contro il provvedimento.
Bronchi commenta ancora:
“L’applicazione di questa disposizione da parte dei comuni rischia di comportare ingenti danni per il patrimonio forestale regionale, per numerose proprietà private più o meno grandi le quali traggono dalle utilizzazioni forestali importanti risorse. Il rischio più grande che corriamo è quello dello spopolamento ulteriore di alcune aree”.
Il consiglio quindi si è espresso nella direzione sollecitata dalla Lista Civica per ridurre i contenuti ed i tempi richiesti per l’autorizzazione in modo da salvaguardare la stagione in corso e tutelare le imprese.
I numeri parlano chiaro: in Toscana la superficie boschiva ricopre il 47% del territorio, per un totale di circa 1 milione e 200mila ettari mentre il settore conta un numero di imprese che sfiora le 13.000 unità ed i 40.000 addetti.
Daniele Bronchi commenta:
“Credo di conoscere i boschi Casentinesi palmo a palmo, camminandoci dentro, ne ho visti molti anche in giro per la Toscana. Non mi piacciono gli alberi tagliati e non taglio alberi. Ma non accetto che si faccia disinformazione.
Ogni albero ogni anno si accresce in diametro e in altezza. Ci sono almeno 3 milioni di alberi nei boschi Casentinesi.
Sommando l’anello di ogni anno e l’incremento in altezza per 3 milioni viene fuori 10 milia metri cubi cioè 70.000 quintali, di questo incremento ne vinene prelevato ogni anno meno del 50%.
Il 70% di questi boschi è su area privata. I privati cittadini avranno pure la libertà di disporre delle proprie proprietà come meglio credono, nel rispetto della legge naturalmente. Fare selvicoltura, cioè coltivare boschi, in Casentino è un mestiere antico come l’uomo e non prendiamo lezioni da nessuno”.