Treni, Capecchi e Veneri chiedono chiarimenti a Rfi
“Abbiamo raccolto moltissime lamentele – affermano i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Alessandro Capecchi e Gabriele Veneri – e quello che ci risponde RFI, che ringraziamo per la celerità insieme al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per aver istruito la nostra segnalazione, risponde parzialmente a quanto richiesto e rappresentato dai pendolari, che abbiamo ascoltato anche durante l’audizione della IV commissione consiliare. Se investire milioni di euro è certamente positivo, la condizione dei treni e la loro circolazione suscita sempre molte perplessità”.
Dopo la lettera di protesta sulla situazione dei pendolari che dal Valdarno si dirigono a Firenze e viceversa, datata 29 febbraio, e l’audizione in commissione, i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Alessandro Capecchi e Gabriele Veneri hanno scritto a RFI attraverso la segreteria del viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Galeazzo Bignami per avere risposte alle molte questioni sollevate.
Per quanto riguarda la linea Valdarno-Firenze, fa sapere RFI, c’è stato di recente un deciso aumento del numero degli addetti alla manutenzione straordinaria alla tratta cosiddetta lenta, che sono passati da 502 a 734 unità, con conseguente sviluppo di una serie di interventi, con un investimento ulteriore di 30 milioni di euro per opere che saranno realizzate nei prossimi mesi.
Tutto questo, continua la nota della società ferroviaria, può causare ripercussioni temporanee nella circolazione dei convogli, con interruzioni sulla linea. Visto però che è proprio la puntualità dei treni l’elemento più rilevante nel giudizio di qualità del trasporto ferroviario, lo studio sulla puntualità, afferma la lettera di RFI, evidenzia che la tratta più sottoposta a scostamenti rispetto al termine di 5′ che è considerato un ritardo fisiologico per l’arrivo dei treni, è quella Arezzo-Firenze , con l’ 81% dei treni arrivati puntuali. Le altre tratte considerate hanno tutte numeri migliori.
“Prospettive incoraggianti da un lato perché sono opere che mettono in sicurezza i percorsi e assicurano l’abbattimento di tanti elementi di criticità – concludono Veneri e Capecchi – ma preoccupanti per la già precaria condizione della normale circolazione ferroviaria”.